Promozione Olistica del Patrimonio Culturale – Parte 8: Il Piano di Interpretazione del Patrimonio Culturale

di Ignazio Caloggero

Pagina di Riferimento: Interpretazione del Patrimonio Culturale: Da Dove Iniziare

Estratto dal corso: SPE157: Il Piano di Interpretazione (20 ore)

Premessa

Il concetto di Piano di Interpretazione del Patrimonio Culturale è stato approfondito da diversi studiosi, tra cui John Veverka, che ha distinto tra Interpretive Master Plan, Interpretive Plan ed Exhibit Plan. Tuttavia, in questo articolo ho voluto proporre un approccio alternativo, basato sul campo di applicazione del Piano, suddividendo i Piani di Interpretazione in base alla loro portata e agli ambiti operativi specifici.

Questa prospettiva ha portato all’individuazione di quattro tipologie principali:

  • Piano di Interpretazione Mirato
  • Piano di Interpretazione Istituzionale
  • Piano Tematico di Interpretazione
  • Piano di Interpretazione di Area o Destinazione

Questo modello consente di adattare la pianificazione interpretativa a contesti differenti, garantendo maggiore flessibilità, coerenza e un’efficace valorizzazione del patrimonio culturale, rendendolo più accessibile e significativo per le comunità e i visitatori.

Il Piano di Interpretazione

Secondo Freeman Tilden[1], riconosciuto come il padre dell’interpretazione, il naturalista Ansel Franklin Hall (1894-1962) può essere considerato un precursore nell’uso del Piano di Interpretazione all’interno del National Park Service negli anni ’20 e ’30. Hall avrebbe adottato un approccio sistematico per pianificare l’interpretazione del patrimonio naturale e culturale nei parchi nazionali, con l’obiettivo di:

  • Rivelare i significati più profondi delle risorse;
  • Facilitare la connessione emotiva e intellettuale tra i visitatori e il patrimonio;
  • Integrare l’educazione, la conservazione e l’accessibilità.

Grazie a figure come Hall, che è stato il primo capo naturalista e il primo capo forestale del  National Park Service (NPS) degli Stati Uniti,  il Piano di Interpretazione è diventato uno strumento essenziale per la gestione del patrimonio in ambito culturale e naturale.

John Veverka nei suoi due volumi del 2011 affronta lo studio della pianificazione interpretativa introducendo diversi livelli di Piani di Interpretazione[2], in particolare si concentra sui seguenti piani: Il Piano Generale Interpretativo (Interpretive Master Plan), Il Piano Interpretativo (Interpretive Plan) e Il Piano Espositivo (Exibit Plan). In questo volume proporrò un approccio leggermente diverso,

In letteratura esistono diverse definizioni di Piano di Interpretazione Ambientale, probabilmente perché il concetto di interpretazione ha avuto origine nel contesto ambientale. Solo in seguito, tale concetto è stato ampliato per includere una visione più globale del Patrimonio Culturale nel suo insieme. In questo contesto, quando ci si riferisce al Patrimonio Culturale, è fondamentale adottare una definizione omnicomprensiva che consideri non solo il Patrimonio Ambientale, ma anche le altre dimensioni del patrimonio, come quelle storiche, artistiche e immateriali.

Potremmo definire il Piano di Interpretazione come:

Piano di Interpretazione: Un documento guida che pianifica strategie e azioni per comunicare efficacemente i significati e le relazioni profonde del patrimonio culturale, andando oltre le apparenze. Il Piano di Interpretazione mira a facilitare la conoscenza, la comprensione, l’apprezzamento e la tutela del patrimonio, facilitando una connessione emotiva e intellettuale tra i visitatori e il bene interpretato, attraverso esperienze coinvolgenti e accessibili.

Nella definizione di Piano di Interpretazione, ho scelto di utilizzare il termine “tutela” invece di “conservazione”, usato in altri contesti, poiché la tutela rappresenta un concetto più ampio e inclusivo, che comprende al suo interno anche il principio di conservazione. La tutela, infatti, non si limita a garantire la fruibilità del patrimonio, ma include azioni e strategie volte alla sua protezione, valorizzazione e trasmissione alle future generazioni.

Il Campo di applicazione del Piano di Interpretazione

Nella progettazione di un Piano di Interpretazione, è fondamentale definire il campo di applicazione del processo interpretativo, poiché esso determina gli obiettivi, le strategie e le risorse necessarie.

John Veverka, nei suoi due volumi del 2011 (Interpretive Master Planning Volume 1 e 2), affronta lo studio della pianificazione interpretativa introducendo diversi livelli di Piani di Interpretazione. In particolare, si concentra su:

  • Piano Generale Interpretativo (Interpretive Master Plan): Questo piano fornisce una visione d’insieme a lungo termine, delineando le linee guida strategiche per l’interpretazione di un sito o di un’istituzione. È un documento di riferimento che abbraccia tutti gli aspetti dell’interpretazione, dalla gestione delle risorse alla definizione delle priorità operative.
  • Piano Interpretativo (Interpretive Plan): Si tratta di un piano più operativo e dettagliato che traduce le direttive del Piano Generale in azioni specifiche. Include programmi, attività e materiali interpretativi progettati per coinvolgere i visitatori.
  • Piano Espositivo (Exhibit Plan): Questo piano è focalizzato esclusivamente sugli elementi espositivi, descrivendo in dettaglio la progettazione, i contenuti e il layout delle esposizioni per comunicare efficacemente i messaggi interpretativi.

In questo contesto, propongo un approccio diverso, basato sul campo di applicazione del Piano, che si discosta da quello proposto da Veverka. Tale approccio suddivide i Piani di Interpretazione in base alla loro portata e agli ambiti operativi in cui vengono applicati.

Classificazione per campo di applicazione

Sulla base del campo di applicazione, possiamo individuare le seguenti tipologie principali:

    • Piano di Interpretazione Mirato: Questo tipo di piano si concentra sulla pianificazione interpretativa di un’attività o esperienza unica, come un evento espositivo, una visita guidata o un’attività legata a un singolo evento culturale o educativo.
    • Piano di Interpretazione Istituzionale: Riguarda la pianificazione interpretativa delle attività di una struttura specifica, come un Museo, un Ecomuseo, un Centro Culturale o un Centro di Interpretazione. Questo piano definisce una visione strategica per le attività interpretative di un’istituzione, garantendo coerenza nel lungo termine
    • Piano Tematico di Interpretazione: Questo piano si focalizza sulla progettazione di percorsi e narrazioni basati su un tema trasversale, che può coinvolgere più luoghi, centri e attività. Esempi possono includere: “La via della seta”, “I borghi della biodiversità”, o “Il patrimonio industriale”. Questo tipo di piano unisce risorse diverse sotto una narrativa comune, promuovendo una visione integrata del patrimonio legato al tema scelto.
    • Piano di Interpretazione di Area o Destinazione: Si tratta della pianificazione interpretativa di un territorio più o meno ampio, come una destinazione turistica, un sito UNESCO o qualsiasi contesto territoriale caratterizzato da un’identità geografica e culturale specifica. Questo tipo di piano mira a valorizzare il patrimonio dell’intera area in modo coordinato, creando un’identità narrativa coerente che integri le risorse naturali, culturali e immateriali.

Questa classificazione consente di adattare il processo interpretativo a contesti operativi e strategici diversi, ogni tipologia di Piano risponde a esigenze specifiche e richiede strumenti, metodologie e risorse adeguate al livello operativo individuato.

Correlazione tra la Classificazione di Veverka e la Classificazione di Caloggero

1) Exhibit Plan (Piano Espositivo) ↔ Piano di Interpretazione Mirato

L’Exhibit Plan trova una corrispondenza diretta con il Piano di Interpretazione Mirato, in quanto entrambi si concentrano sulla progettazione di una singola esperienza interpretativa. Tuttavia, quando un’esposizione è una parte strutturale della programmazione interpretativa di un’istituzione più ampia, si inserisce all’interno del Piano di Interpretazione Istituzionale.

Equivalenza nel mio modello:

  • Piano di Interpretazione Mirato: Se l’esposizione è considerata un’esperienza interpretativa autonoma (sia temporanea che permanente), la sua progettazione rientra nel Piano di Interpretazione Mirato. Questo significa che sia una mostra temporanea che un’esposizione permanente progettata con criteri interpretativi rientrano in questa categoria, poiché ogni esposizione costituisce un “evento interpretativo” a sé stante, indipendentemente dalla sua durata.
  • Piano di Interpretazione Istituzionale: Se l’esposizione è una delle molteplici attività interpretative permanenti di una struttura (ad esempio, una sezione di un museo o un’esposizione fissa di un ecomuseo), allora è parte del Piano di Interpretazione Istituzionale che coordina l’intera offerta interpretativa della struttura.

2) Interpretive Plan (Piano Interpretativo) ↔ Piano di Interpretazione Mirato e Istituzionale

L’Interpretive Plan è un piano più operativo e dettagliato rispetto all’Interpretive Master Plan. Traducendo la strategia generale in azioni specifiche, definisce programmi, attività e strumenti interpretativi mirati a coinvolgere i visitatori. Include aspetti come la progettazione dei percorsi interpretativi, la selezione delle tecniche narrative e la creazione di materiali didattici.

L’Interpretive Plan trova una corrispondenza principalmente in due tipologie di Piano di Interpretazione nel mio modello:

  • Piano di Interpretazione Mirato (quando l’Interpretive Plan si applica a un singolo evento, attività o esperienza interpretativa, es. una mostra temporanea, un laboratorio didattico, una visita guidata tematica, un’escursione naturalistica)
  • Piano di Interpretazione Istituzionale (quando il Piano organizza e struttura tutte le attività interpretative di un museo, ecomuseo, parco naturale o centro di interpretazione, includendo sia eventi singoli che programmi continuativi)

3) Interpretive Master Plan (Piano Generale Interpretativo) ↔ Piano di Interpretazione Istituzionale, Tematico e di Area/Destinazione

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L’Interpretive Master Plan è il livello più alto di pianificazione interpretativa. Definisce la strategia generale per un sito o una destinazione, stabilendo le linee guida per la gestione dell’interpretazione a lungo termine. Include elementi come missione interpretativa, obiettivi, target di pubblico, risorse disponibili e strategie di comunicazione.

Equivalenza nel mio modello

Il Piano di Interpretazione Istituzionale, Tematico e di Area o Destinazione svolge funzioni analoghe, ma con un approccio più specifico basato sul campo di applicazione

  • Piano di Interpretazione Istituzionale: Ha una funzione analoga per un’istituzione specifica, come un museo o un ecomuseo, garantendo un approccio strategico e una pianificazione coordinata delle attività interpretative.
  • Piano Tematico di Interpretazione: Sebbene differisca nella struttura, ha la stessa funzione strategica, ma con un focus su un tema trasversale che può coinvolgere più istituzioni o aree geografiche.
  • Piano di Interpretazione di Area o Destinazione: Anche in questo caso, il concetto di pianificazione strategica si applica coinvolgendo un intero territorio o destinazione turistica.

Integrazione e armonizzazione dei Piani territoriali

I Piani Tematici di Interpretazione e i Piani di Interpretazione di Area o Destinazione dovrebbero essere sviluppati in modo da integrarsi e armonizzarsi con altri strumenti di pianificazione territoriale e tematica. È fondamentale che tali piani non operino in isolamento, ma siano progettati in coerenza con documenti strategici esistenti, quali:

  • Piano di Sviluppo Turistico (PST): Per assicurare che l’interpretazione del patrimonio contribuisca efficacemente alla valorizzazione turistica del territorio, creando esperienze autentiche e sostenibili che rispondano alle esigenze del settore.
  • Piano del Parco: Per garantire che l’interpretazione ambientale si integri con le strategie di conservazione, educazione e fruizione sostenibile delle aree protette.
  • Piano Paesistico: Per mantenere la coerenza con le direttive sulla tutela del paesaggio e favorire una lettura interpretativa che metta in relazione il patrimonio culturale e naturale con l’identità del territorio.
  • Altri Piani Strategici di settore: Come i Piani di Marketing Territoriale, i Piani di Mobilità Sostenibile o i Piani per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, per garantire una sinergia tra interpretazione, accessibilità e promozione.

L’integrazione tra i Piani di Interpretazione e i Piani territoriali esistenti consente di creare un ecosistema interpretativo coerente, favorendo una gestione condivisa e coordinata del patrimonio, evitando duplicazioni e massimizzando l’impatto culturale, educativo e turistico delle iniziative interpretative.

Per un approfondimento delle singole tipologie di Piano, rimando al volume pubblicato, al corso associato o alle schede tematiche in fondo a questa pagina.

Classificazione per contesto tematico o disciplinare

La classificazione dei Piani di Interpretazione può essere basata non solo sul campo di applicazione (es. Piano per Evento, per Centro, Tematico o Territoriale), ma anche sul contesto tematico o disciplinare in cui si interviene. Questo approccio consente di adattare le strategie interpretative alle specificità del patrimonio e ai pubblici di riferimento. Tra i principali contesti possiamo individuare:

    • Piano di Interpretazione Ambientale (o Naturalistico): Focalizzato sul patrimonio naturale, con l’obiettivo di interpretare ecosistemi, biodiversità, geologia, paesaggi e fenomeni ambientali. Esempi: parchi naturali, riserve, aree marine protette.
    • Piano di Interpretazione Archeologico: Dedicato al patrimonio archeologico, con l’obiettivo di rendere accessibili e comprensibili contesti antichi, manufatti e siti archeologici. Esempi: aree archeologiche, musei di archeologia, percorsi storici legati all’antichità.
    • Piano di Interpretazione Storico-Artistico: Incentrato su monumenti, edifici storici, opere d’arte e siti di interesse culturale legati alla storia e all’estetica. Esempi: gallerie d’arte, centri storici, siti UNESCO, cattedrali.
    • Piano di Interpretazione Demoetnoantropologico: Riferito al patrimonio immateriale e alle tradizioni culturali delle comunità, come folklore, artigianato, feste popolari e saperi tradizionali. Esempi: musei etnografici, itinerari legati alla tradizione locale.
    • Piano di Interpretazione Industriale: Riguarda il patrimonio legato alla storia dell’industria e della tecnologia, come fabbriche storiche, miniere, linee ferroviarie e siti produttivi. Esempi: villaggi industriali, archeologia industriale.
    • Piano di Interpretazione Enogastronomico: Focalizzato sul patrimonio alimentare, con attenzione a tradizioni culinarie, prodotti tipici e territori di produzione. Esempi: strade del vino, festival enogastronomici, musei del cibo.
    • Piano di Interpretazione Paesaggistico: Incentrato sull’interpretazione di paesaggi culturali, naturali o urbani, evidenziandone il valore estetico e simbolico. Esempi: percorsi naturalistici, belvedere, paesaggi agricoli.
    • Piano di Interpretazione Religioso: Dedicato ai siti e ai patrimoni legati alla spiritualità e alla religione, come chiese, abbazie, santuari e pellegrinaggi. Esempi: itinerari dei santi, percorsi religiosi, siti UNESCO legati alla fede.

 [1] Freeman  Tilden: “Mindsight – The Aim of Interpretation” pubblicato su National Parks Magazine (Vol. 43, n. 260, maggio 1969, pp. 9-12). In questo articolo, Tilden sottolinea il contributo di Hall come uno dei primi a formalizzare l’idea di un Piano di Interpretazione.

[2] John A Veverka: Interpretive Master Planning Volume One: Strategies for the New Millennium museums etc  e Volume Two: Selected Essays Philosophy, Theory and Practice

Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo: Interpretazione del Patrimonio Culturale (Heritage Interpretation) – Principi, Metodi e Tecniche (Libro: 2025) 

Al libro sono associati alcuni percorsi formativi online di cui il primo gratuito. 

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