SPE173: Qualità Sensoriale, Emotiva e Comunicativa nelle Mostre
Modulo 3: Qualità Comunicativa

Sommario
Lezione 1. Rivelazione e Provocazione (2 ore) 2
Lezione 2. Approccio Sistemico e su Misura (2 ore) 12
Lezione 3. Approccio Creativo (2 ore) 21
Lezione 4. Comunicazione Fondata sui Fatti, Semplicità e Coerenza Comunicativa 30
Lezione 1. Rivelazione e Provocazione (2 ore)
Coinvolgimento comunicativo nell’Esperienza Espositiva
Un’interpretazione comunicativa ben strutturata può trasformare la visita in un’esperienza arricchente, in cui il visitatore non si limita a osservare, ma comprende, interagisce e si connette con il significato più profondo delle opere esposte.
Principi Associati al Coinvolgimento Comunicativo
Il coinvolgimento comunicativo nell’esperienza espositiva è strettamente connesso ad alcuni principi fondamentali, che costituiscono oggetto di approfondimento in questo modulo.
- Rivelazione (Comunicazione Ermeneutica)
- Provocazione
- Approccio Sistemico
- Approccio su Misura
- Approccio Creativo
- Comunicazione Fondata sui Fatti
- Semplicità e Coerenza Comunicativa
Rivelazione (Comunicazione Ermeneutica)

La rivelazione, intesa come comunicazione ermeneutica, rappresenta il cuore pulsante di un’esperienza espositiva autentica. In questo approccio, la comunicazione non si limita a descrivere le opere o a fornire dati didascalici, ma si propone di svelarne i significati profondi, nascosti o dimenticati, accompagnando il visitatore in un vero e proprio percorso di scoperta personale.
Ermeneutica come arte dell’interpretazione
Il termine ermeneutica, nell’ambito filosofico e culturale, designa l’arte (ma anche la tecnica e la disciplina) di interpretare testi, leggi, documenti storici, opere d’arte e manifestazioni culturali. Secondo la definizione Treccani, essa riguarda la “tecnica e attività di interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti storici e simili”, ma la sua applicazione si è progressivamente estesa anche all’ambito artistico, religioso, letterario, pedagogico (es. pedagogia ermeneutica) e museologico.
In un contesto espositivo, l’ermeneutica diventa una risorsa essenziale per progettare comunicazioni in grado di aprire nuovi orizzonti interpretativi, trasformando l’esperienza di visita in un’occasione di confronto, riflessione e crescita personale.
Interpretazione ermeneutica nella pratica espositiva
L’interpretazione, in quanto processo comunicativo a carattere ermeneutico, mira a rivelare il senso più profondo delle cose. Questo vale anche — e soprattutto — all’interno delle esperienze espositive, dove l’obiettivo non è semplicemente quello di presentare oggetti, opere o documenti, ma di svelare le storie, i contesti, i valori e i significati che li attraversano.
Una mostra, allora, diventa un ambiente narrativo in cui la rivelazione si compie attraverso il coinvolgimento attivo e consapevole del visitatore. Non si tratta più di guardare passivamente, ma di entrare in dialogo con ciò che è esposto, mettendo in moto un processo di interpretazione personale e profonda.
Dalla visione alla comprensione profonda
Attraverso l’uso consapevole della comunicazione ermeneutica — che può avvalersi di testi evocativi, dispositivi multimediali, mediazioni umane e strategie sensoriali — l’esperienza espositiva diventa trasformativa. I visitatori sono invitati a superare la superficie estetica o informativa per entrare in relazione con i significati culturali, simbolici, emotivi delle opere esposte.
Questo tipo di approccio consente una connessione emotiva e intellettuale con gli oggetti in mostra, aprendo la strada a una fruizione più ricca e sfaccettata. In tal senso, la mostra si configura non solo come luogo di esposizione, ma come spazio interpretativo, dove ogni elemento concorre a stimolare una comprensione più ampia e stratificata del patrimonio culturale.
Strategie per l’Integrazione del principio Rivelazione
CRI1. Narrazione Evocativa: Raccontare storie che emergano dal patrimonio stesso, rivelando dettagli sorprendenti o poco noti. Esempio: In un giardino botanico, narrare l’uso di una pianta nella medicina tradizionale di una comunità locale.
CRI2. Creazione di Collegamenti Emotivi: Il patrimonio culturale deve parlare alla vita, ai ricordi, alle emozioni di chi visita la mostra. Il processo di rivelazione si arricchisce quando l’interpretazione riesce a stabilire un ponte tra gli oggetti esposti e l’esperienza personale dei visitatori.
Esempio: In un museo storico, raccontare la quotidianità di una madre durante un’epoca di guerra, attraverso lettere, utensili o fotografie, può aiutare il pubblico a sentire quella realtà, oltre che comprenderla. Il patrimonio, così, smette di essere “altro” e diventa esperienza condivisa.
CRI3. Presentazione Graduale: Svelare i significati attraverso una sequenza narrativa, lasciando spazio alla riflessione individuale. Esempio: Durante una visita guidata, introdurre un oggetto come un enigma e rivelarne gradualmente la storia e la funzione.
CRI4. Coinvolgimento Intellettuale: La rivelazione deve stimolare la mente, non solo trasferire contenuti. Fornire stimoli che sollecitano riflessione, ipotesi, confronto, favorisce una partecipazione attiva e significativa.
Esempio: Esporre un oggetto di uso quotidiano, ma poco riconoscibile, e invitare i visitatori a immaginarne la funzione prima di rivelarla. Questa strategia trasforma il pubblico in partecipante attivo del processo interpretativo, rendendo la scoperta più coinvolgente e quindi più memorabile
CRI5. Rivelazione Contestuale: Contestualizzare un oggetto nel suo ambiente originale o simbolico aiuta a comprenderne funzione e valore nel tempo e nello spazio. Esempio: Ricreare l’ambientazione di una cucina contadina attorno agli oggetti esposti in una mostra sul cibo permette di intuirne l’uso e il significato all’interno della vita quotidiana.
CRI6. Linguaggio Evocativo e Poetico: Utilizzare un linguaggio suggestivo e non tecnico può aiutare a stimolare l’immaginazione e avvicinare anche i pubblici meno esperti. Esempio: In una mostra di pittura, accompagnare un’immagine con una breve poesia o una frase evocativa, anziché una semplice didascalia tecnica, può innescare riflessioni interiori.
CRI7. Esplicitazione del Non Detto: Dare voce a ciò che normalmente viene taciuto o ignorato (marginalità, silenzi storici o narrazioni trascurate) è una potente forma di rivelazione. Esempio: In una mostra sulla vita urbana del Novecento, si espone una macchina da cucire appartenuta a una sarta di periferia, raccontando non solo l’aspetto tecnico del mestiere, ma anche le difficoltà di vita quotidiana delle donne lavoratrici, escluse dalle cronache ufficiali. L’oggetto diventa così testimonianza silenziosa di un’intera generazione invisibile, rivelando una storia sociale spesso ignorata.
CRI8. Temporalizzazione del Significato: Mostrare come il significato di un oggetto sia mutato nel tempo aiuta a comprenderne il valore dinamico, la sua evoluzione culturale e il modo in cui società diverse lo hanno reinterpretato. Esempio: In una mostra di arte contemporanea, viene esposta un’opera di Marcel Duchamp come il celebre “Fountain” (l’orinatoio firmato R. Mutt). All’epoca della sua presentazione nel 1917 fu rifiutata e considerata una provocazione priva di valore artistico. Oggi è riconosciuta come una delle opere più influenti del Novecento, capace di ridefinire il concetto stesso di arte. Questo cambiamento di significato, da oggetto ordinario e scandaloso a icona museale e filosofica, invita il visitatore a riflettere su come l’arte sia un costrutto dinamico, continuamente reinterpretato nel tempo.
Ulteriore Esempio: In una mostra dedicata alla moda e al costume, l’esposizione di un paio di jeans da lavoro degli anni ’50, originariamente simbolo della classe operaia e della fatica quotidiana, viene affiancata da una versione contemporanea firmata da un brand di lusso. Questo confronto invita a riflettere su come un oggetto funzionale abbia assunto, nel tempo, significati legati alla ribellione giovanile, all’identità culturale e, infine, al consumo di massa e al prestigio sociale. Il jeans si trasforma così in una lente attraverso cui osservare la storia dei valori e delle mode.
Queste strategie, se ben integrate nella scenografia, nella narrazione e nei dispositivi comunicativi di una mostra, trasformano l’esposizione in un’esperienza ermeneutica, capace non solo di trasmettere informazioni, ma di generare connessioni personali e emozioni autentiche.
Provocazione
Provocazione: La comunicazione dovrebbe stimolare il pensiero critico, ponendo domande e suggerendo spunti di riflessione che portino il visitatore a indagare oltre l’immediata percezione dell’opera o dell’oggetto esposto. Una mostra efficace non offre solo risposte, ma sollecita nuove domande e prospettive.
La provocazione non fornisce direttamente il significato, ma genera uno stimolo che induce il visitatore a porsi domande, ad approfondire e dunque ad attivare un processo personale, unico e fortemente soggettivo. In sostanza, essa pone interrogativi, dubbi, curiosità, sfidando le convinzioni preesistenti del visitatore e invitandolo ad andare oltre il livello di percezione immediata.
Dalla Provocazione alla Rivelazione
La provocazione non è un fine in sé, ma piuttosto uno strumento interpretativo potente per stimolare una risposta iniziale del visitatore. Essa ha lo scopo di:
- Accendere l’interesse immediato.
- Rompere l’abitudine percettiva o la passività con cui spesso ci si accosta a un bene culturale.
- Generare curiosità e domande spontanee.
Tuttavia, queste reazioni iniziali sarebbero incomplete se non fossero accompagnate da una comprensione più profonda e da una nuova consapevolezza. Ed è qui che interviene il principio della rivelazione, intesa come il momento interpretativo più alto e significativo. Attraverso la “rivelazione guidata”, il processo interpretativo aiuta il visitatore a dare senso alle emozioni e ai quesiti generati dalla provocazione iniziale.
In altre parole:
- Provocazione → Suscita domande, stimola curiosità, genera interesse e attiva processi cognitivi ed emotivi.
- Rivelazione → Risponde implicitamente a queste domande, guidando verso la comprensione e svelando significati più profondi e nascosti.
Quindi, la provocazione ha un fine preciso:
- Non si limita alla sola generazione di interesse superficiale o intrattenimento momentaneo.
- È uno stimolo intenzionale che conduce naturalmente alla rivelazione, attraverso una sorta di percorso interpretativo strutturato.
- L’interpretazione utilizza la provocazione come un mezzo per preparare il terreno per la rivelazione, rendendo quest’ultima più significativa e incisiva.
Alla luce di queste considerazioni, possiamo dire che la provocazione potrebbe rappresentare, per certi versi, una fase iniziale di un processo che culmina nella rivelazione guidata. In altre parole, la provocazione può agire come l’innesco iniziale che attiva il visitatore, creando le condizioni emotive e cognitive ideali affinché quest’ultimo possa essere accompagnato verso la “rivelazione guidata”.
In una sola frase: L’obiettivo ultimo della provocazione è la rivelazione!
A proposito di provocazione artistica:
Con Benedetto Croce, si afferma il concetto che l’arte è attività dello spirito, irriducibile ad ogni altra e nasce dall’intuizione. Quindi “l’arte è intuizione”.
Gli strumenti, la materia utilizzata, il suono, la parola, per un artista non sono altro che mezzi espressivi dell’intuizione, e inscindibili dall’intuizione stessa nella creazione artistica.
L’arte, come attività spirituale, comprende tutte le attività che vede l’intuizione manifestarsi attraverso i mezzi espressivi. Si assiste quindi ad una ulteriore evoluzione del concetto di arte come era inteso nelle “belle arti” che vedeva l’arte nata dal concetto di bellezza (comunque concetto mutevole nei tempi e nelle culture). L’arte in quanto intuizione riguarda tutte le attività nate dallo spirito grazie all’intuizione dell’artista, ma soprattutto l’arte non dovrebbe avere altro fine se non se stessa al di fuori di ogni aspetto morale o utilitaristico.
Proprio questa interpretazione filosofica ha portato nell’arte moderna ad uno sviluppo particolare: l’allontanamento progressivo dal “bello” e la ricerca costante del provocatorio. Gli artisti muovendosi in questa direzione, mirano a suscitare emozioni forti, spesso scioccanti, destabilizzanti e, a volte, disturbanti. L’intenzione principale di questo tipo di arte diventa quella di stupire e provocare una reazione emotiva intensa nel pubblico, anche negativa.
Questa tendenza può portare a situazioni eccessive o inadeguate.
Possiamo sintetizzare queste criticità nei seguenti punti:
1. Perdita del senso estetico tradizionale: Quando la provocazione diventa il fine unico dell’arte, si rischia di abbandonare completamente qualsiasi riferimento alla bellezza, all’armonia e al senso estetico che, pur relativo, rappresenta da sempre un parametro importante per la fruizione dell’arte stessa. Questo può portare a situazioni in cui il prodotto artistico è percepito esclusivamente come una forma di trasgressione, svuotato da ogni altro significato più profondo o spirituale.
2. Shock emotivo fine a sé stesso: La provocazione artistica può diventare eccessiva quando l’unico obiettivo è generare uno shock emotivo nel pubblico senza alcuna intenzione di guidarlo verso un significato più ampio o una riflessione. La “rivelazione”, intesa come comprensione profonda, rischia così di essere completamente trascurata. Il visitatore rimane dunque “intrappolato” in una sensazione sgradevole di stupore fine a sé stesso, che non contribuisce né alla crescita spirituale né all’arricchimento culturale personale.
3. Dal gusto al disgusto: Il passaggio dal concetto di “gusto” a quello di “disgusto” rappresenta un punto critico evidente. Quando la provocazione si spinge troppo oltre, si rischia di suscitare reazioni negative così forti da allontanare il pubblico anziché avvicinarlo. Questo rischio riguarda in particolare opere che puntano esplicitamente sulla volgarità, sull’oltraggio o su elementi che hanno il solo scopo di scandalizzare gratuitamente. Non tutte le forme di disgusto contribuiscono positivamente all’esperienza estetica, né tutte stimolano un’autentica riflessione: alcune possono risultare semplicemente inappropriate e alienanti per il pubblico.
Una sintesi personale
Alla luce di questa analisi, se vogliamo personale, mi sento di affermare che il principio di provocazione, se esasperato, rischia di perdere di vista il suo ruolo autenticamente interpretativo ed educativo, cioè quello di stimolare domande e riflessioni, conducendo verso una vera e profonda rivelazione.
La provocazione diventa eccessiva e non adeguata quando il suo unico scopo è la trasgressione gratuita, l’offesa, il disturbo fine a sé stesso o il puro shock emotivo che non conduce verso alcuna comprensione ulteriore. In tali casi, la provocazione artistica rischia di allontanare piuttosto che avvicinare il pubblico, compromettendo la possibilità di un’autentica fruizione estetica e spirituale dell’opera d’arte stessa.
In conclusione, sebbene la provocazione artistica sia un potente mezzo espressivo, è fondamentale trovare un equilibrio affinché rimanga funzionale e al servizio di una più ampia rivelazione spirituale e intellettuale, evitando derive che ne compromettano l’efficacia e il valore autenticamente interpretativo.
Senza entrare nel giudizio, ecco due opere la cui provocazione artistica ha generato percezioni completamente diverse, in base alla sensibilità individuale degli osservatori. Entrambe hanno avuto il merito (o il limite, secondo alcuni) di spingere il pubblico ad interrogarsi profondamente sul senso stesso dell’arte e sul suo ruolo nella società contemporanea:
«Fontana» (1917) di Marcel Duchamp
Nel 1917 Marcel Duchamp, artista francese esponente del movimento Dadaista, presenta al pubblico un’opera provocatoria, insolita e destabilizzante: un semplice orinatoio di porcellana capovolto, firmato ironicamente con lo pseudonimo “R. Mutt”.
L’opera, intitolata provocatoriamente «Fontana», ha suscitato immediatamente polemiche e accese discussioni. Per alcuni osservatori, questa scelta radicale rappresentava una vera rivoluzione concettuale, capace di sovvertire la tradizionale idea di arte, facendo riflettere sul significato autentico e sul ruolo stesso dell’artista nella definizione di cosa sia “arte”. Per altri, invece, l’opera risultò provocatoria in maniera eccessiva, persino offensiva, perché giudicata incompatibile con qualsiasi ideale estetico e culturale fino ad allora accettato.

“Fontana” l’orinatorio di Marcel Duchamp (1917)
Dalla rete:
Marcel Duchamp: vita e opere in 10 punti
«Merda d’artista» (1961) di Piero Manzoni
Nel 1961 l’artista italiano Piero Manzoni propose una delle più radicali provocazioni della storia dell’arte contemporanea: confezionò personalmente 90 barattoli di latta sigillati, etichettati con la scritta «Merda d’artista», e li vendette al peso dell’oro.
Quest’opera, concettualmente estrema, ha suscitato reazioni molto contrastanti. Da un lato, alcuni spettatori e critici d’arte la interpretarono come una profonda riflessione critica sulla mercificazione dell’arte e sulla società consumistica, riconoscendo il valore provocatorio e concettuale dell’opera stessa. Dall’altro, una parte significativa del pubblico percepì questa proposta artistica come eccessivamente provocatoria, disgustosa e provocante, giudicandola fuori luogo e non appropriata ai canoni di buon gusto e di rispetto tradizionalmente attribuiti all’arte.
Questi due esempi mostrano chiaramente come il confine tra provocazione efficace e provocazione eccessiva possa essere estremamente labile, variando sensibilmente a seconda della percezione, dell’interpretazione e della sensibilità personale del pubblico.

“Merda d’artista” di Piero Manzoni (1961) venduta anche a € 275.000 nel 2016
Dalla rete:
Piero Manzoni: vita e opere in 10 punti
Strategie per l’Integrazione del principio Provocazione
Ricordando che l’obiettivo ultimo della provocazione è la rivelazione, possiamo elencare le seguenti strategie:
CPR1. Stimolazione della Curiosità: Una mostra efficace deve accendere la scintilla dell’interesse. Domande provocatorie, affermazioni inaspettate o approcci controintuitivi possono trasformare l’attenzione passiva del visitatore in desiderio di scoperta.
Esempi:
- In una mostra archeologica, una didascalia o un mediatore potrebbe porre la domanda:
“Se questa pietra potesse parlare, quale storia ci racconterebbe?”
Un semplice reperto, così, diventa il punto di partenza per un viaggio immaginativo e conoscitivo.
- In una mostra pittorica dedicata a Vincent Van Gogh, una domanda provocatoria potrebbe essere: «Cosa avrebbe dipinto Van Gogh se avesse visto il mondo di oggi con i suoi occhi tormentati?»
In questo modo, il visitatore è invitato non solo ad osservare passivamente le opere, ma anche a interrogarsi sulle emozioni e sulle visioni che potrebbero emergere dall’incontro tra passato e presente.
CPR2. Uso di Oggetti Simbolici: Mostrare oggetti, reperti o scenari che invitino i partecipanti a indagare il loro contesto e significato. Gli oggetti che incarnano storie o significati profondi possono essere utilizzati come ottimi catalizzatori di riflessioni.
Esempio : In una mostra dedicata al pittore surrealista René Magritte, esporre una mela verde, elemento iconico delle sue opere, e domandare ai visitatori: «Secondo voi, cosa rappresenta davvero questa mela al di là del semplice frutto? Quale messaggio voleva trasmetterci Magritte?»
Questo oggetto simbolico diviene così il punto di partenza per esplorare il significato più profondo e metaforico delle opere esposte.
CPR3. Provocazione Intellettuale: Utilizzare domande e affermazioni per stimolare la curiosità e invitare alla scoperta. Esempio: In una mostra d’arte contemporanea, chiedere ai visitatori: “Perché pensate che quest’opera abbia suscitato così tante polemiche?”
CPR4. Narrazione Coinvolgente: Raccontare storie che inizino con un mistero o un dilemma, lasciando che il pubblico partecipi alla sua risoluzione.
In una mostra dedicata ai ritratti enigmatici di Leonardo da Vinci, introdurre la narrazione con:
«Dietro il sorriso della Gioconda si nasconde un mistero mai risolto. Cosa si cela realmente dietro la sua enigmatica espressione?»
Questo tipo di coinvolgimento stimola i visitatori a esplorare le opere non solo visivamente, ma anche attraverso una partecipazione attiva nella scoperta di ipotesi e interpretazioni
Lezione 2. Approccio Sistemico e su Misura (2 ore)
Approccio Sistemico
Ogni elemento del contesto espositivo dovrebbe essere integrato in una narrazione coerente, evitando la frammentazione delle informazioni. La comunicazione deve tenere conto dell’interazione tra le opere, il pubblico e l’ambiente circostante, creando un’esperienza fluida, immersiva e strutturata, soprattutto nel contesto delle mostre artistiche, dove l’interazione tra contenuto, spazio e visitatore è particolarmente significativa.
Un percorso espositivo basato su una visione olistica dovrebbe:
• Integrare il contesto: Collegare il patrimonio esposto (artistico, storico o culturale) a elementi storici, sociali e ambientali, creando una narrazione che rifletta la complessità e favorisca una comprensione più profonda da parte del pubblico.
• Collegare gli elementi del “Triangolo Interpretativo”: Stabilire una relazione significativa tra il patrimonio esposto (artistico, storico o culturale), l’artista o il curatore (processo interpretativo) e il visitatore (il partecipante), favorendo un dialogo reciproco.
• Rispettare il “tutto”: Fornire una visione complessiva sia dell’opera esposta sia del visitatore stesso, trattandolo come un individuo completo, con emozioni, curiosità, motivazioni e sensibilità personali.
Applicazione del principio nelle Mostre Espositive
• Il bene interpretato (the whole): L’interpretazione deve offrire una narrazione coerente che colleghi le diverse componenti delle opere e dell’allestimento. Ad esempio, in una mostra d’arte, è fondamentale creare connessioni visive, concettuali ed emozionali tra le opere, fornendo al visitatore chiavi interpretative che mostrino come ciascun elemento contribuisca alla storia e al tema generale.
• Il partecipante (the whole man): L’interprete o curatore deve rivolgersi all’intero spettro delle emozioni, aspettative e motivazioni del visitatore. Deve quindi porsi domande come: “Quali emozioni desideriamo suscitare con questa esposizione? Quali curiosità o esperienze personali porta con sé il visitatore entrando nello spazio espositivo?” Il processo interpretativo dovrebbe essere personalizzato, flessibile e capace di adattarsi alle differenti sensibilità del pubblico.
Strategie per l’Integrazione del principio Approccio Olistico
COL1. Integrazione del Contesto: Collegare il patrimonio esposto (artistico, storico o culturale) a elementi storici, sociali e ambientali, creando una narrazione che rifletta la complessità e favorisca una comprensione più profonda da parte del pubblico.
Esempi:
- Mostra di Pittura Tematica: integrare il contesto storico e personale dell’artista con le opere esposte. Ad esempio, in una retrospettiva di Frida Kahlo, collegare i quadri alla biografia personale dell’artista, mettendo in evidenza come le esperienze personali, il contesto politico-sociale del Messico dell’epoca e le sue emozioni più intime abbiano influito profondamente sulle sue opere.
- Mostra Archeologica: integrare il contesto storico con le scoperte archeologiche. Ad esempio, collegare un antico utensile alle abitudini quotidiane di una civiltà passata, mostrando come quelle pratiche influenzano la cultura contemporanea.
- Ecomuseo delle Tradizioni Locali: Mostrare come gli antichi mestieri artigianali siano inseriti nel contesto economico, sociale e culturale della comunità locale, valorizzandone la rilevanza attuale.
- Casa di un Personaggio Storico: Integrare la biografia dell’individuo con il contesto storico e sociale in cui ha vissuto, rendendo tangibili gli eventi e le influenze ambientali che ne hanno segnato l’esistenza.
- Luoghi della Memoria: Presentare eventi storici attraverso le esperienze personali di chi li ha vissuti, rendendo il passato tangibile, emozionale e significativo per il visitatore contemporaneo.
COL2. Narrazione Trasversale: Creare connessioni tematiche tra le opere esposte attraverso filoni narrativi trasversali, che permettano ai visitatori di percepire come ciascun oggetto o opera dialoghi con gli altri. Questa strategia favorisce una comprensione ampia e contestualizzata del patrimonio esposto.
Esempi:
- Mostra di Pittura: Una mostra sul movimento impressionista potrebbe presentare diverse opere di autori differenti accomunate da temi trasversali come “la luce”, “la quotidianità urbana”, o “le emozioni intime dell’artista”, creando così un filo conduttore chiaro e coerente.
- Mostra Fotografica Storica: Fotografie provenienti da periodi storici differenti potrebbero essere collegate da un tema comune, come “il lavoro”, “l’emigrazione” o “le festività”, creando ponti interpretativi tra epoche diverse.
COL3. Personalizzazione e Approccio Empatico: Creare percorsi interpretativi in grado di coinvolgere emotivamente il pubblico, adattandosi alle sue emozioni, aspettative e background personale. L’approccio empatico favorisce un’esperienza più significativa e personale.
Esempi:
- Mostra di Pittura (Autoritratti): Invitare il pubblico a immedesimarsi nell’artista chiedendo: “Come ti sentiresti se fossi tu il protagonista di quest’autoritratto? Che emozioni proveresti?”
- Museo Storico (Oggetti Personali): Presentare oggetti personali appartenuti a figure storiche, incoraggiando i visitatori a riflettere sulle somiglianze tra le proprie esperienze personali e quelle della persona cui appartenevano quegli oggetti.
Di seguito alcuni esempi illustrano come l’approccio olistico nell’interpretazione del patrimonio possa arricchire l’esperienza dei visitatori, promuovere la partecipazione attiva delle comunità locali e favorire una comprensione più profonda delle interconnessioni tra gli elementi culturali e sociali di un territorio.
Ecomuseo del Casentino – Toscana, Italia

L’Ecomuseo del Casentino promuove una visione sistemica del territorio, collegando patrimonio naturale, culturale e tradizioni locali. Attraverso una rete di itinerari e centri tematici, offre un’esperienza integrata che riflette l’identità e la storia della comunità casentinese.
https://www.ecomuseo.casentino.toscana.it/
Casa Museo di Anne Frank – Amsterdam, Paesi Bassi

Questa casa museo non è solo un luogo della memoria ma un centro interpretativo che affronta temi universali come la discriminazione, il razzismo e i diritti umani, collegandoli alla storia personale di Anne Frank.
Sito web: www.annefrank.org
Approccio su Misura
L’approccio su misura sottolinea l’importanza di adattare i percorsi espositivi e la comunicazione al pubblico di riferimento, tenendo conto delle sue caratteristiche specifiche, delle conoscenze pregresse, dei bisogni e delle aspettative. Offrire percorsi personalizzabili o livelli di approfondimento differenziati consente di migliorare la fruizione e il coinvolgimento di visitatori con competenze, interessi e sensibilità diverse. Questo è particolarmente utile nel contesto delle mostre artistiche, dove la percezione soggettiva, la sensibilità individuale e la diversità culturale del pubblico influiscono significativamente sull’esperienza complessiva.
La strategia dell’approccio su misura prevede un’interpretazione personalizzata che considera variabili come età, livello di istruzione, contesto sociale, background culturale, interessi personali e bisogni particolari.
L’approccio su misura, dunque, permette alle mostre di diventare esperienze inclusive, coinvolgenti e significative per ogni tipologia di pubblico, valorizzando pienamente il potenziale interpretativo ed emotivo delle opere esposte.
Elementi Chiave dell’Approccio Su Misura
1. Conoscenza del pubblico:
- Analisi dettagliata delle caratteristiche del target (età, istruzione, cultura, interessi).
- Comprensione approfondita delle motivazioni, aspettative e curiosità dei visitatori.
2. Personalizzazione dei contenuti:
- Temi, storie e narrazioni adattati alle caratteristiche specifiche dei visitatori.
- Uso di linguaggi semplici, tecnici o specialistici a seconda del pubblico destinatario (es. bambini, esperti d’arte, pubblico generale).
- Particolare attenzione alle sensibilità culturali, sociali e personali del pubblico, evitando elementi controversi o trattando eventuali temi delicati con rispetto e sensibilità.
3. Accessibilità e inclusività:
- Rimozione di barriere fisiche, linguistiche e culturali per rendere lo spazio espositivo accessibile a tutti.
- Spazi e percorsi che permettano una fruizione agevole e confortevole per anziani, bambini o persone con difficoltà motorie.
Strategie per l’Integrazione del principio Approccio su Misura
CMI1. Personalizzazione dei contenuti: Offrire strumenti interattivi (digitale, manuale o fisico) che consentano ai visitatori di esplorare autonomamente dettagli specifici delle opere esposte, favorendo così una comprensione attiva e personalizzata.
Esempi:
- Mostra di Pittura: Utilizzare dispositivi touchscreen o QR-code che consentano ai visitatori di esplorare nel dettaglio tecniche pittoriche, simbologie o significati nascosti all’interno dei dipinti. Si potrebbe utilizzare una guida essenziale per il grande pubblico, una più approfondita per appassionati e studiosi e una narrativa dedicata ai bambini, raccontata con linguaggio semplice e interattivo.
- Mostra Archeologica: Ricreare digitalmente oggetti antichi in forma tridimensionale, permettendo ai visitatori di manipolarli virtualmente per scoprirne dettagli nascosti e utilizzi specifici.
CMI2. Accessibilità e inclusività: Laddove possibile,rimozione o riduzionedelle barrierefisiche, linguistiche e culturali.
L’approccio su misura può essere applicato in vari contesti, come musei, ecomusei, parchi naturali, siti archeologici e case museo. Di seguito alcuni esempi operativi tratti dalla rete:
Museo del Novecento – Milano, Italia

Il museo offre percorsi tematici e attività differenziate per bambini, studenti universitari e appassionati di arte contemporanea. Per i bambini, utilizza laboratori creativi; per gli adulti, propone visite guidate approfondite, per i giovani artisti un’audioguida spiega le opere con riferimenti alle tecniche pittoriche contemporanee.
https://www.museodelnovecento.org/
The British Museum – Londra, Regno Unito

Il museo offre percorsi diversificati per famiglie, appassionati di storia antica e turisti occasionali. Tra i percorsi offerti sono presenti dei tour per bambini con una narrazione ludica delle antiche divinità egizie e tour avanzati per studiosi con focus sui dettagli archeologici.
https://www.britishmuseum.org/
Ecomuseo della Valsugana – Trentino, Italia

L’ecomuseo propone percorsi adattati alla comunità locale e ai turisti, combinando esperienze interattive con narrazioni storiche e naturalistiche. Tra le proposte dell’ecomuseo vi è la presenza di laboratori didattici per scuole primarie sulla biodiversità alpina e workshop per adulti sulla gestione sostenibile del territorio.
Lezione 3. Approccio Creativo (2 ore)

L’approccio creativo nell’ambito delle mostre espositive consiste nell’utilizzo di tecniche narrative innovative (come lo storytelling, esperienze interattive e multisensoriali) che possono rendere la visita più dinamica, coinvolgente e stimolante. La creatività nella comunicazione permette di catturare l’attenzione dei visitatori e arricchire l’esperienza complessiva, rendendola emozionante, memorabile e culturalmente significativa. Questo approccio è particolarmente efficace nelle mostre artistiche, dove la creatività espositiva e interpretativa rafforza l’impatto emotivo e percettivo delle opere.
Comunicazione Creativa per Mostre Espositive
La comunicazione creativa all’interno di un percorso espositivo coinvolge tutta la dinamica del pensiero del visitatore, presentando opere, luoghi e fatti attraverso modalità narrative innovative e coinvolgenti, sfruttando tecniche interpretative avanzate:
Storytelling nelle Mostre Espositive
L’approccio narrativo (noto anche come Storyline) è un metodo di apprendimento attivo, sviluppato negli anni ‘60 e ‘70 da Steve Bell, Sallie Harkness e Fred Rendell presso il Jordanhill College of Education di Glasgow, Scozia. Originariamente pensato per il contesto educativo, questo metodo può essere efficace anche nelle mostre espositive, specialmente in ambito culturale e artistico, per promuovere esperienze di visita coinvolgenti e significative.
Nelle mostre espositive, l’utilizzo dello storytelling permette di rendere più accessibili e coinvolgenti opere d’arte, oggetti storici e tradizioni culturali, sfruttando diverse strategie comunicative:
1. Coinvolgimento emotivo: Attraverso narrazioni avvincenti e personaggi ben delineati, il pubblico può sviluppare un legame emozionale forte con le opere d’arte. Nelle mostre artistiche, ciò può avvenire raccontando storie personali e intime degli artisti, rivelando i conflitti interiori, le passioni e le sfide che hanno dato vita alle loro opere. Esempio: In una mostra dedicata a Edvard Munch, lo storytelling potrebbe concentrarsi sulla sua vita personale tormentata, rendendo più comprensibili e profondamente empatiche opere come “L’urlo”.
2. Contestualizzazione: Lo storytelling offre al pubblico un contesto più ampio, arricchendo l’interpretazione delle opere al di là dei semplici dati tecnici o storici. Questo approccio permette di collegare l’arte a esperienze umane universali, facilitando una comprensione più profonda e memorabile. Esempio: Una mostra sull’arte rinascimentale potrebbe utilizzare lo storytelling per raccontare come il contesto socio-politico e culturale abbia influenzato le opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo, permettendo ai visitatori di cogliere il legame profondo tra storia e creazione artistica.
3. Rivelazione di significati: Attraverso aneddoti, metafore, simboli e leggende, lo storytelling consente di rivelare livelli più profondi di significato che spesso sfuggono alla semplice osservazione delle opere d’arte. Questo metodo facilita un’esperienza personale, significativa e memorabile. Esempio: Una mostra dedicata al simbolismo di Gustav Klimt potrebbe esplorare attraverso lo storytelling i significati nascosti e simbolici delle sue opere, offrendo chiavi di lettura che permettano ai visitatori di scoprire messaggi nascosti relativi all’amore, alla vita e alla morte.
4. Multisensorialità: Lo storytelling nelle mostre può essere amplificato attraverso tecniche multisensoriali, utilizzando suoni, luci, immagini animate, oggetti fisici, e persino odori e profumi, creando ambientazioni immersive che potenziano l’esperienza emotiva del visitatore. Esempio: Nella mostra immersiva su Vincent van Gogh (“Van Gogh Alive”), la narrazione delle sue lettere e la proiezione animata delle sue opere si accompagnano a musiche e profumi ambientali che evocano gli ambienti naturali in cui l’artista ha vissuto e lavorato, offrendo una fruizione completa e memorabile.
Tipi di Storytelling
Di seguito una possibile, non esaustiva, classificazione delle tipologie di storytelling applicabili al Patrimonio Culturale:
1. Storytelling mitico e leggendario
- Caratteristiche: Basato su miti, leggende e storie tradizionali che collegano il patrimonio a credenze popolari o simboliche.
- Esempio: Nella città di Atene, le guide spesso raccontano il mito di Teseo e il Minotauro per spiegare la funzione dei labirinti nei palazzi minoici e il significato simbolico del potere.
- Scopo: Creare un legame tra il visitatore e il passato mitologico, fornendo uno sfondo immaginativo per il sito o il contesto culturale.

2. Storytelling storico
- Caratteristiche: Basato su fatti e personaggi storici, spesso arricchito da dettagli della vita quotidiana.
- Esempio: Presso il sito archeologico di Pompei, vengono narrate le storie degli abitanti durante l’eruzione del Vesuvio, ricostruite attraverso reperti come graffiti e scheletri.
- Scopo: Trasformare la storia in una narrazione viva, permettendo al pubblico di empatizzare con i protagonisti del passato.
3. Storytelling biografico
- Caratteristiche: Si concentra sulle storie personali di figure significative legate al patrimonio.
- Esempio: Al Museo di Anne Frank di Amsterdam, la vita della giovane scrittrice viene raccontata attraverso il suo diario, oggetti personali e documenti, creando un forte impatto emotivo.
- Scopo: Personalizzare il patrimonio attraverso le vite di persone reali, rendendo la narrazione più intima e toccante.

4. Storytelling esperienziale
- Caratteristiche: Invita il pubblico a immaginare o rivivere esperienze passate attraverso ricostruzioni immersive.
- Esempio: Nei musei interattivi come il Jorvik Viking Centre di York, i visitatori sono trasportati in un villaggio vichingo ricostruito, dove possono ascoltare storie di vita quotidiana dai personaggi.
- Scopo: Immergere il pubblico in un’esperienza multisensoriale che rende il patrimonio tangibile.
5. Storytelling metaforico
- Caratteristiche: Utilizza metafore e simboli per spiegare concetti complessi.
- Esempio: Nel Parco Nazionale di Yellowstone, i ranger raccontano la “storia della Terra come un libro”, dove ogni strato geologico rappresenta una pagina, per spiegare la formazione del parco.
- Scopo: Facilitare la comprensione di fenomeni complessi attraverso immagini mentali evocative.
6. Storytelling artistico
- Caratteristiche: Combina narrazione con arti visive, teatro o musica per arricchire l’esperienza.
- Esempio: Nei teatri antichi, come l’Odeon di Erode Attico ad Atene, vengono organizzate performance che ricreano antiche tragedie greche, narrando il contesto storico e culturale di quelle rappresentazioni.
- Scopo: Stimolare una connessione estetica ed emotiva con il patrimonio.

7. Storytelling contemporaneo
- Caratteristiche: Collega il patrimonio al presente attraverso riflessioni su come esso influenzi la società attuale.
- Esempio: Al Memoriale dell’Olocausto a Berlino, le guide raccontano non solo la storia del genocidio, ma anche come la memoria collettiva continua a plasmare il dialogo sulla giustizia e i diritti umani oggi.
- Scopo: Rendere il patrimonio rilevante e significativo per il pubblico moderno.
Esempio di Storytelling
In una mostra su una battaglia storica, un curatore potrebbe utilizzare diari e lettere dei soldati per raccontare le esperienze personali di chi ha combattuto, rendendo la storia più tangibile e personale.
Voci dal Campo di Battaglia: Il Diario di Pietro

Immaginate di entrare in una sala immersa nella penombra, con una lieve melodia di tamburi lontani e il suono sordo dei passi che evocano il movimento delle truppe. Al centro della stanza, un vecchio baule di legno è illuminato da un fascio di luce. Un curatore, con una voce piena di gravità, si avvicina al baule:
“Questo,” dice, “è il baule che apparteneva a Pietro Rossi, un giovane soldato che combatté nella storica battaglia di San Martino nel 1859. All’interno, tra abiti logori e vecchi stivali, è stato trovato un diario, un testimone silenzioso della sua vita al fronte.”
L’atmosfera si fa più intensa quando il curatore inizia a leggere:
“24 giugno 1859, all’alba. Il freddo è pungente, ma il cielo rosso annuncia il caos che verrà. I miei compagni ed io ci stringiamo intorno al fuoco, cercando un calore che non è solo fisico. Mi chiedo: chi di noi vedrà il tramonto?”
Mentre le parole prendono vita, i visitatori vengono guidati attraverso una serie di exhibit:
- Una mappa interattiva che mostra i movimenti delle truppe, arricchita da proiezioni che visualizzano le annotazioni di Pietro.
- Oggetti personali dei soldati, come una borraccia ammaccata, una pipa e una lettera mai spedita, che rivelano la quotidianità al fronte.
- Una stanza immersiva, dove il suono di cannoni e fucili ricrea il caos della battaglia.
Il curatore continua:
“Mezzogiorno. Il campo è una distesa di grida e polvere. Ho perso di vista Marco, il mio compagno più caro. Mi resta solo la speranza che sia vivo, da qualche parte in questo inferno.”
I visitatori si trovano poi davanti a una grande proiezione di una lettera che Pietro scrisse alla sua famiglia:
“Mia cara madre,
Se queste righe dovessero mai raggiungerti, sappi che il tuo ragazzo ha fatto il suo dovere. Ma quanto vorrei essere a casa, con te, a sentire il profumo del pane appena sfornato.”
La visita si conclude in una stanza silenziosa, dove un’installazione artistica rappresenta un campo di papaveri, ciascuno dedicato a un soldato caduto. L’ultima pagina del diario di Pietro è proiettata su una parete:
“Ora tutto è quiete. Una pace irreale. Ma so che domani dovremo ricominciare. Se ci sarà un domani per me.”
Questo tipo di storytelling trasforma una mostra in un’esperienza multisensoriale ed emotiva, rendendo la storia tangibile e personale. Non è solo un racconto di date e battaglie, ma un viaggio umano, vissuto attraverso gli occhi e il cuore di chi c’era.
Strategie per l’Integrazione della Comunicazione Creativa
CRE1. Storytelling Artistico: : Narrare storie che intreccino le opere d’arte con aspetti emozionali, biografici e personali. Ad esempio, in una mostra dedicata a Caravaggio, una narrazione potrebbe esplorare la sua vita tormentata, i suoi conflitti interiori e la sua visione rivoluzionaria della pittura, permettendo al visitatore di immedesimarsi nell’artista e nel contesto storico-sociale del periodo.
CRE2. Scrittura Creativa nelle Mostre d’Arte: Creare descrizioni suggestive e poetiche per accompagnare le opere. Ad esempio, in una mostra dedicata all’Impressionismo, ogni quadro potrebbe essere accompagnato da brevi testi creativi che evocano sensazioni, colori e atmosfere della scena rappresentata, coinvolgendo il pubblico in una lettura emozionale e sensoriale delle opere.
CRE3. Narrazioni Performative: Includere performance artistiche come monologhi teatrali, letture poetiche o musica dal vivo ispirata alle opere esposte. Ad esempio, durante una mostra sul Surrealismo, attori o performer potrebbero recitare poesie o dialoghi ispirati ai temi delle opere esposte, offrendo una fruizione esperienziale e coinvolgente.
CRE4. Narrazione Interattiva e Digitale: Utilizzare tecnologie come realtà aumentata, applicazioni mobili e dispositivi interattivi che permettono ai visitatori di esplorare ulteriormente i dettagli tecnici, le storie nascoste e i significati simbolici delle opere d’arte. Ad esempio, in una mostra di pittura contemporanea, i visitatori potrebbero interagire digitalmente con i dipinti, scoprendo elementi nascosti o approfondendo l’intenzione creativa degli artisti.
CRE5. Diari Immaginari e Monologhi Interiori: Realizzare narrazioni immaginarie basate sulle opere o sugli artisti. Ad esempio, in una mostra dedicata a Van Gogh, creare un diario immaginario che racconti il suo stato d’animo, le sue paure e le sue speranze durante la realizzazione delle opere esposte.
Esempi Operativi nelle Mostre Artistiche
- Percorsi Narrativi Immersivi: Creare ambientazioni tematiche che immergano i visitatori nelle opere esposte. In una mostra dedicata a Monet, potrebbe essere ricreato l’ambiente del suo celebre giardino di Giverny, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza multisensoriale e immersiva.
- Workshop di Scrittura Creativa e Artistica: Offrire laboratori in cui i visitatori possano realizzare brevi testi, poesie o schizzi personali ispirati dalle opere osservate, facilitando una partecipazione attiva e creativa.
- Esperienze Interattive Personalizzate: Sviluppare narrazioni personalizzabili tramite app o schermi interattivi che permettano ai visitatori di scegliere percorsi espositivi specifici, basati sui propri interessi o emozioni, rendendo la visita altamente individuale e coinvolgente.
- Racconti Performativi in Mostra: Introdurre regolarmente performance artistiche (teatro, danza, letture drammatizzate) ispirate direttamente dalle opere in mostra, offrendo ai visitatori momenti intensi di connessione emotiva con il contenuto espositivo.

Lezione 4. Comunicazione Fondata sui Fatti, Semplicità e Coerenza Comunicativa
Comunicazione Fondata sui Fatti
La credibilità della comunicazione all’interno di mostre espositive è essenziale: ogni contenuto deve essere supportato da dati accurati, evidenze storiche e fonti attendibili. La corretta contestualizzazione delle informazioni permette di valorizzare le opere e gli oggetti esposti, evitando semplificazioni e distorsioni interpretative. Questo principio trova applicazione efficace sia nelle esposizioni di patrimonio culturale che nelle mostre artistiche, dove precisione e affidabilità informativa rafforzano il valore educativo e culturale dell’esperienza.
Strategie per l’Integrazione della Comunicazione Fondata sui Fatti
CFF1. Ricerca e Documentazione: In alcuni casi può essere utile una ricerca preliminare approfondita e multidisciplinare, che preveda consultazioni di archivi, biblioteche, cataloghi, documenti d’epoca e testimonianze dirette (come interviste con esperti, artisti o curatori).
- Esempio Mostre Artistiche: Per una retrospettiva dedicata a Picasso, può essere utile la consultazione di archivi storici, lettere personali, critiche dell’epoca e testimonianze dirette per garantire accuratezza e profondità nella descrizione delle opere e del contesto in cui sono state create.
- Esempio Patrimonio Culturale: In una mostra sulla storia locale, è utile consultare documenti originali, fotografie d’epoca e registrazioni storiche per ricostruire fedelmente gli eventi trattati.
CFF2. Verifica delle Informazioni: Tutte le informazioni presentate devono essere sottoposte a una rigorosa verifica per garantirne l’accuratezza. Questa verifica può avvenire tramite consultazione di esperti del settore o confronto con fonti autorevoli e aggiornate.
- Esempio Mostre Artistiche: In una mostra dedicata alla pittura rinascimentale, è utile coinvolgere storici dell’arte o esperti accademici per validare interpretazioni tecniche, stilistiche e contestuali delle opere esposte.
- Esempio Patrimonio Culturale: Un centro interpretativo dedicato alla biodiversità locale dovrebbe collaborare con biologi e scienziati ambientali per confermare che tutte le informazioni relative alle specie esposte siano accurate e aggiornate.
Applicazione nelle Mostre Artistiche:
Nelle esposizioni artistiche, la comunicazione basata sui fatti implica particolare attenzione nel fornire informazioni precise e dettagliate su tecniche, contesti storici, influenze artistiche e biografie accurate degli artisti coinvolti. Questo permette ai visitatori di comprendere profondamente non solo l’opera d’arte in sé, ma anche il contesto culturale e storico che ha influito sulla sua creazione.
- Approfondimenti Tecnici: Informazioni tecniche accurate relative a materiali, tecniche pittoriche o scultoree utilizzate, derivanti da studi o analisi scientifiche recenti.
- Contesto Storico-Artistico: Contestualizzazione rigorosa delle opere nel panorama storico-artistico, spiegando influenze, correnti artistiche e interazioni tra artisti contemporanei.
- Testimonianze e Fonti Primarie: Includere citazioni, lettere, diari o documenti originali che consentano di presentare un quadro più autentico e approfondito del processo creativo e della vita degli artisti.
Semplicità e Coerenza Comunicativa
Nell’ambito delle mostre espositive, la semplicità e la coerenza comunicativa rappresentano elementi cruciali per garantire una fruizione piacevole ed efficace. Il messaggio deve essere chiaro, accessibile e coerente con il tema della mostra e il pubblico di riferimento. Un linguaggio comprensibile, attentamente calibrato, aiuta a rendere l’esperienza comunicativa efficace senza compromettere la profondità del contenuto.
Comunicazione Semplice e Coerente: L’uso di un linguaggio troppo tecnico, prolisso o non pertinente al contesto espositivo può compromettere la fruibilità della mostra. Questa attenzione alla chiarezza comunicativa deve essere applicata rigorosamente nella predisposizione di pannelli espositivi, schede informative, didascalie e materiali illustrativi.
Evitare Eccessi di Informazione: È essenziale evitare sovraccarichi informativi che possono risultare ridondanti o incoerenti, confondendo i visitatori e limitando l’efficacia comunicativa. È fondamentale ricordare che “il troppo storpia”: informazioni concise e mirate rendono il messaggio più efficace.
Strategie per Integrare Semplicità e Coerenza Comunicativa
CSC1. Linguaggio Accessibile: Utilizzare un linguaggio semplice, diretto e immediatamente comprensibile. Quando necessario, affiancare eventuali termini tecnici con definizioni brevi o spiegazioni chiare. Esempio: In una mostra di pittura, invece di usare il termine “sfumato leonardesco”, si potrebbe spiegare come “tecnica utilizzata da Leonardo da Vinci per creare delicati passaggi di luce e ombra”.
CSC2. Struttura Chiara e Logica: Organizzare il contenuto in maniera sequenziale e logica, utilizzando titoli esplicativi, sottotitoli chiari ed elenchi puntati per facilitare la lettura e l’orientamento dei visitatori. Esempio: In una mostra dedicata all’Impressionismo, le informazioni possono essere strutturate in sezioni chiaramente definite come “Contesto storico”, “Principali Artisti”, “Tecniche Utilizzate” e “Opere Famose”.
CSC3. Visualizzazione Efficace delle Informazioni: Utilizzare immagini, grafiche, diagrammi e supporti visivi per facilitare e integrare il testo esplicativo, rendendo la comunicazione più coinvolgente e immediata. Esempio: In una mostra dedicata all’arte astratta, utilizzare grafici e schemi visivi per illustrare l’evoluzione stilistica dell’artista o del movimento rappresentato.
CSC4. Evitare il Sovraccarico Informativo: Presentare esclusivamente informazioni essenziali e rilevanti per l’opera o l’oggetto esposto, evitando lunghe descrizioni e informazioni ridondanti che possano disorientare il visitatore. Esempio: Accanto a un quadro esposto, fornire una breve didascalia che indichi nome dell’artista, titolo, anno di realizzazione, tecnica utilizzata e un sintetico ma significativo commento sul contesto o sul messaggio dell’opera
- Percorsi Guidati: In un sito archeologico, i percorsi guidati potrebbero utilizzare segnaletica chiara e mappe semplificate, con icone e simboli facilmente riconoscibili, per aiutare i visitatori a navigare nel sito senza confusione.
- Video e Multimedia: Un video introduttivo in un museo potrebbe utilizzare animazioni semplici e narrazioni chiare per spiegare concetti complessi, evitando termini tecnici e assicurandosi che il ritmo del video sia adeguato per la comprensione.
- Etichette e Didascalie: In una galleria d’arte, le etichette potrebbero utilizzare frasi brevi e dirette, evitando termini artistici complessi e fornendo contesto in modo conciso.
- Esposizioni Temporanee: Una mostra temporanea in un museo potrebbe utilizzare design e layout chiari, con sezioni ben definite e un flusso logico, assicurandosi che ogni elemento espositivo sia accompagnato da informazioni concise e dirette.