Distretto turistico Sele Picentini
Descrizione

Distretto turistico Sele Picentini

I cambiamenti registrati negli ultimi trent’anni nel sistema economico-produttivo hanno mostrato come la competizione non possa più giocarsi solo tra imprese o grandi città gerarchizzate per dimensione, densità e concentrazione di funzioni produttive, richiedendo, invece, un vero e proprio processo di “ristrutturazione”, che si articola lungo due dimensioni.

Una prima dimensione può definirsi di carattere metodologico, abbracciando al tempo stesso anche una diversa forma mentis nella modalità di approccio alle problematiche, che rappresenta poi l’anima del presente lavoro.

Il riferimento è alla necessità di comprendere come il buon esito di attività progettuali sostenute con fondi pubblici possa, anzi forse debba, oggi più che mai, portare il chiaro imprinting della libera iniziativa privata. Questa è la logica che fondamentalmente anima e sostiene il Progetto “Distretto turistico Sele- Picentini”: mentre la prassi comune delega alle istituzioni pubbliche deputate la gestione dei fondi europei, prevedendo solo in un secondo momento il coinvolgimento della forza privata, nel caso specifico l’idea innovativa ha sede nella capacità relazionale degli imprenditori locali ed è questa la seconda dimensione ‒ che, superando l’atavica resistenza a mettere insieme idee e competenze, hanno ritrovato il piacere e la capacità di “fare rete” (networking). E se ciò consente, per un verso, anche alle organizzazioni di dimensione più contenuta di usufruire di risorse e “saperi” cui è possibile accedere solo collettivamente, per altro aspetto, permette di attivare un virtuoso circolo di sviluppo locale e territoriale, di tipo allargato. Infatti, innanzitutto le imprese possono perseguire strategie di crescita senza dover necessariamente ricorrere alla delocalizzazione, o rivolgere altrove la propria energia imprenditoriale, o misurarsi con mercati lontani spazialmente e culturalmente, con tutte le problematiche a ciò legate; anzi, impiegando risorse e competenze nel territorio di origine, ne modificano profondamente le potenzialità competitive. Evidentemente a ciò si lega anche il generale sviluppo economico del territorio, che attinge alla capacità di sviluppare cluster o network o reti di imprese, beneficiando dei legami di cooperazione/collaborazione, per promuovere un generale fermento economico-sociale in loco. Dunque, se la capacità di fare network localmente va certamente a beneficio delle imprese che entrano a far parte della rete, essa funge da fattore trainante per un più appetibile posizionamento dell’area oggetto di intervento, migliorandone altresì la qualità della vita a vantaggio delle comunità insediate. Dunque, rilevanza del lavoro imprenditoriale nel promuovere e dare continuità ai progetti di sviluppo locale e valore del territorio, come importante risorsa istituzionale e cognitiva nell’economia, costituiscono i driver sui cui erigere il successo del Progetto “Distretto turistico Sele Picentini”.

L’iniziativa di riqualificazione ambientale, economica, sociale, culturale dell’area che interessa i territori del Distretto (Pontecagnano Faiano, Battipaglia e Eboli), tuttavia, non si deve basare su una rincorsa “alla dotazione infrastrutturale adeguata”; piuttosto, essa ha necessità di partire dalle specifiche “vocazioni territoriali” per costruire un piano di sviluppo difendibile nel lungo periodo.  E se posizione geografica, caratteristiche morfologiche, patrimonio storico e culturale fanno dell’attività turistica una delle vocazioni territoriali per eccellenza, come peraltro dimostrato dal contributo offerto dal settore turistico alla crescita economica dell’area del Distretto Turistico Sele Picentini, tali “risorse” da sole non risultano sufficienti a trasformarsi in input strategici in grado di generare virtuose sinergie tra territorio, operatori locali ed investitori esterni, atte a garantire un futuro di prosperità agli attori economici ivi operanti ed alle comunità, in generale. Al contrario, una gestione in ottica sistemica, orientata a trattare la destinazione turistica come un sistema in grado di offrire servizi tra loro integrati, coordinati e differenziati dall’appartenenza ad uno specifico territorio, può risultare strategia vincente per creare poli di eccellenza in grado di “contaminare” positivamente l’attività economico-produttiva e la dinamica occupazionale, ma altresì culturale, sociale e civile dell’intera zona di interesse.

Queste considerazioni sono alla base della vision che anima la proposta progettuale di “Destination Management” del “Distretto turistico Sele- Picentini”, ovvero: “divenire uno dei grandi poli trainanti dello sviluppo locale, che valorizzi le ricchezze territoriali generando, in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio, funzioni qualificate ed innovative di servizio turistico, rivolte alle destinazioni interessate ed alle attività economiche del Distretto”.

Solo insieme si potrà darne attuazione!

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