I “Padri” del concetto di Interpretazione 

di Ignazio Caloggero

Pagina di Riferimento: Speciale Interpretazione del Patrimonio Culturale (Heritage Interpretation)

È negli Stati Uniti, verso la metà del XIX, che nasce quella che è stata chiamata “Interpretazione Ambientale”, grazie alla crescita dell’interesse verso le problematiche di tutela del patrimonio naturalistico che porterà alla nascita del primo parco nazionale del mondo, il Parco nazionale di Yellowstone, istituito dal presidente Ulysses Grant nel 1872. Altri parchi nazionali seguiranno quello di Yellowstone prima della fine del XIX secolo: Parco nazionale di Sequoia (1890), Parco nazionale di Yosemite (1890) e Parco nazionale di Mount Rainier (1899).

La sensibilità verso la tutela del patrimonio naturalistico fu favorita dallo sviluppo di movimenti filosofici e poetici quali quello del Trascendentalismo americano al cui interno erano figure carismatiche come Ralph Waldo Emerson (1803-1882) e il suo amico e discepolo Henry David Thoreau (1817-1862). 

Ed è proprio in questo contesto culturale che iniziarono a diffondersi, nella seconda metà del XIX secolo le prime forme di turismo ambientale grazie al diffondersi delle prime aree naturalistiche protette al mondo tra queste lo Yosemite Park (1864) che successivamente, nel 1890, divenne Parco Nazionale.

Quindi il concetto di Interpretazione nasce in ambito ambientale e solo successivamente tale concetto viene visto in senso ampio individuando come ambito l’intero Patrimonio Culturale.

Tra i principali attori che hanno dato origine al concetto di Interpretazione vanno ricordati: John Muir (1838-1914), Liberty Hyde Bailey (1858-1954), Enos A. Mills (1870-1922) e Charles Matthias Goethe (1875-1966).  Anche se tradizionalmente viene riconosciuto, come padre dell’interpretazione ambientale, almeno per quanto riguarda gli aspetti formali, Freeman Tilden (1883-1980), grazie alla pubblicazione del libro “Interpreting our heritage” avvenuto nel 1957.

John Muir (1838 – 1914)

John Muir (1838 – 1914), naturalista e scrittore scozzese naturalizzato statunitense ed uno dei primi conservazionisti moderni. Grande amico del Presidente Theodore Roosevelt, scrisse molti libri sulla natura, soprattutto illustrando la natura selvaggia delle montagne della Sierra Nevada in California, sia di taglio scientifico e che divulgativo. Il suo diretto attivismo aiutò a preservare la Valle dello Yosemite e altre aree selvagge. L’associazione Sierra Club, da lui fondata, fu la prima associazione ambientalista americana. I suoi scritti e la sua filosofia influenzarono fortemente la formazione della moderna scienza ambientale. Fu il promotore del nascente movimento Conservazionista che prese posizioni in merito alla visione etica e filosofica del patrimonio ambientale, visto da alcuni come un patrimonio da preservare incontaminato, e da altri invece come una risorsa da conservare e gestire oculatamente a uso e vantaggio dell’umanità[1].

A Muir viene attribuito, per primo l’uso del termine “interpretazione” per descrivere il lavoro di allestitori, docenti e naturalisti nel suo taccuino usato a Yosemite.

Interpreterò le rocce, imparerò il linguaggio dell’alluvione, della tempesta e della valanga. Conoscerò i ghiacciai e i giardini selvaggi e mi avvicinerò il più possibile al cuore del mondo (John Muir, 1896) [2].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 41

[2] Foundations of Interpretation Competency Narrative – National Park Service U.S. Department of the Interior – pag. 1

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Liberty Hyde Bailey (1858-1954)

Liberty Hyde Bailey (1858-1954), orticoltore e botanico statunitense, promotore del Nature Study Movement che proponeva un nuovo ideale educativo basato sulla natura intesa come oggetto di studio, come ambiente di apprendimento e come fonte di una metodologia didattica delle scienze naturali imperniata sull’apprendimento informale ed esperienziale, che sarebbe stata alla basa della futura educazione ambientale.

Liberty Hyde Bailey sosteneva che tra le materie di insegnamento, l’Orticoltura doveva essere privilegiata rispetto ad altre materie, in quanto avrebbe contribuito ad un maggior senso civico oltre ad una conoscenza tecnica delle manifestazioni della natura per poter operare su di essa con intelligenza e rispetto.

Tra i tanti libri da lui scritti va sicuramente ricordato il volume “The Nature study idea: an interpretation of the new school-movement to put the child into relation and sympathy with Nature, pubblicato nel 1909”, dove il secondo capitolo è dedicato alla “poetic interpretation of nature”: qui l’interpretation è intesa come la modalità con cui gli uomini leggono la realtà, guidati dalla propria attitudine soggettiva nei confronti del mondo[1].

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 50

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Enos Abijah Mills (1870-1922)

Enos Abijah Mills (1870-1922), naturalista, autore e proprietario di una fattoria americana, fu la figura principale dietro la creazione del Rocky Mountain National Park. Mills è autore di numerosi articoli e libri sulla natura e sull’area del Parco di Estes, a partire dal primo decennio del XX secolo. I suoi discorsi si concentravano generalmente sulla vita degli alberi, sulle questioni forestali, sulla conservazione delle terre naturali e sulla vita degli animali selvatici. Spesso nei suoi discorsi e articoli scritti ha incoraggiato persone di tutte le età a uscire e immergersi nella natura.

Fondò la prima scuola di guide naturalistiche dopo aver servito egli stesso come guida ai vari ospiti della sua fattoria. Nella sua scuola applicò una metodologia che faceva leva sulla partecipazione diretta da parte dei discenti e sulla capacità di trasformare i fatti in narrazione, i dati in racconto, sostanzialmente una metodologia poetica e narrativa di interpretazione ambientale e che oggi viene conosciuta come storytelling.

Il suo entusiasmo per la conservazione fiorì durante un’amicizia fortuita. Mentre camminava sulla spiaggia vicino a San Francisco chiese informazioni a un anziano di un pezzo di alga che aveva trovato. Il passante era solo John Muir e la sua risposta alle domande di Mills, diede il via a un legame duraturo tra i due. Muir incoraggiò Mills a unirsi al movimento conservazionista e a scrivere delle sue avventure. Il suo libro “The adventures of a nature guide and essays in interpretation” pubblicato nel 1923 è considerato uno dei libri tra i più significativi nel campo della letteratura sull’interpretazione. 

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Charles Matthias Goethe (1875-1966)

Charles Matthias Goethe (1875-1966), imprenditore, scienziato, filantropo e ambientalista e fondatore della Eugenici Society of Northern California.

Goethe collaborò con varie organizzazioni, tra cui il Sierra Club di John Muir. Assieme alla moglie  avviò una serie di programmi interpretativi in collaborazione con il National Park Service.

Attivo nella causa conservazionista, Goethe era profondamente impegnato anche nei temi dell’educazione e della cura dell’infanzia abbandonata.

Durante una serie di viaggi in Europa insieme alla moglie Mary tra il 1911 e il 1912, ebbe modo di osservare il lavoro educativo condotto da una giovane insegnante in escursione con i suoi allievi presso il Lago di Lucerna. Dopo quell’incontro, i due approfondirono le metodologie europee del nature study e delle escursioni scolastiche nella natura, così come esse si erano sviluppate in Germania, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna e Danimarca: da qui, la decisione di replicarle su suolo americano. Individuata la località del Lago Tahoe, vi fondarono quello che sarebbe diventato il «Lake Tahoe Laboratory», nel quale chiamarono Miller e Bryant a prestare servizio come guide naturalistiche[1].

Come Bailey, Goethe era promotore di una didattica educativa basata sull’apprendimento informale ed esperienziale. 

[1] Marta Brunelli: Heritage Interpretation – Eum edizioni università di macerata – 2014 pag. 64

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Freeman Tilden (1883-1980)

Freeman Tilden (1883-1980), giornalista, scrittore e drammaturgo, decise che aveva bisogno di un cambiamento nella sua vita all’età di 58 anni. Quando il suo amico Direttore del National Park Service Newton Drury lo invitò a lavorare con il National Park Service, entrò nel campo dell’interpretazione e cambiò per sempre la professione. In viaggio in vari parchi per scrivere libri sul sistema nazionale dei parchi si occupò della qualità dei programmi interpretativi dei parchi stessi.

Tilden è considerato il padre dell’interpretazione, grazie al suo famosissimo libro “Interpreting our heritage” pubblicato, la prima volta nel 1957 e successivamente in diverse edizioni. In Italia è molto utile, per desidera approcciarsi allo studio dell’interpretazione, l’edizione pubblicata nel 2019 in lingua italiana, su traduzione di Vanessa Vaio: Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica.

Nel suo libro Tilden, consolidò le basi teoriche, metodologiche e didattiche, stabilendo i principi e le teorie dell’Interpretazione del patrimonio Culturale e sottolineando l’importanza esperienziale nei percorsi di interpretazione.

Tilden fornì anche la prima definizione formale di Interpretazione:

Interpretazione (Freeman Tilden – 1957)

“Attività educativa che aspira a rivelare significati e relazioni attraverso l’utilizzo di oggetti originali, esperienze da vivere in prima persona e mezzi esemplificativi, piuttosto che la mera trasmissione di fatti”[1]

I Principi dell’interpretazione di Freeman Tilden[2]

  1. Qualsiasi interpretazione che non metta in relazione ciò che viene illustrato o esposto con un aspetto della personalità o con l’esperienza del visitatore risulterà sterile.
  2. L’informazione in se non è interpretazione. L’interpretazione è rivelazione fondata sull’informazione. Ma esse sono due cose del tutto differenti, sebbene tutta l’interpretazione includa l’informazione. Tuttavia, ogni attività di interpretazione contiene informazioni.
  3. L’interpretazione è un’arte che ne combina altre, qualunque sia l’argomento esposto: scientifico, storico, architettonico. E in qualche misura, ogni arte può essere insegnata.
  4. Lo scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma provocare.
  5. L’interpretazione dovrebbe aspirare a presentare il tutto anziché una parte e dovrebbe rivolgersi all’uomo nel suo insieme piuttosto che ad una sua sola fase di sviluppo.
  6. L’interpretazione rivolta ai bambini (fino a circa 12 anni) non dovrebbe essere una diluizione di quello che si propone agli adulti, ma avere un approccio del tutto diverso. Richiederà programmi specifici e separati per il meglio

[1] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 29

[2] Freeman Tilden: Interpretare il nostro patrimonio – Edizione italiana del 2019 – Libreria Geografica p. 31

 

Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo:  

Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici (volume scaricabile gratuitamente)

  • SPE200: Fondamenti e Pratiche del Turismo Esperienziale (16 ore online): Questo corso mira a promuovere l’alfabetizzazione esperienziale, introducendo i principi fondamentali delle esperienze e dimostrando, mediante esempi pratici, la loro applicazione nel settore del turismo esperienziale.
  • SPE201: Fondamenti e Pratiche di Heritage Interpretation(16 ore online): Questo corso si prefigge di promuovere un approccio olistico alla valorizzazione del territorio, introducendo i principi fondamentali delle esperienze e dell’Interpretazione del Patrimonio Culturale. Attraverso esempi pratici, verrà illustrato come questi principi si concretizzino nell’ambito della Heritage Interpretation.

I due corsi sono fruibili nell’ambito del progetto:

Progetto “Turismo Esperienziale e Interpretazione del Patrimonio Culturale” 

 

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