Ecomusei e Interpretazione del Patrimonio Culturale
Verso i Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)
di Ignazio Caloggero

Pagina di Riferimento: Speciale Interpretazione del Patrimonio Culturale (Heritage Interpretation) 

Il volume è pubblicato nella forma Unpublished draft paper – Bozza inedita sottoposta ad indagine pubblica a disposizione della collettività e della comunità scientifica al fine di aprire un confronto che mira a migliorarne i contenuti prima della sua pubblicazione definitiva.

Tutte le parti interessate sono invitate a fornire il loro prezioso aiuto, sotto forma di consigli e idee, inviando i loro contributi a info@aiptoc.it

E’ possibile scaricare il volume dal sito di ACADEMIA.EDU al seguente indirizzo web: https://www.academia.edu/101615836 

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Di seguito una sintesi degli argomenti trattati.

Capitolo 1. Ecomusei: Principi

Il primo capitolo affronta i concetti che stanno alla base degli ecomusei, partendo dalle stesse origini del termine inventato da Hugues De Varine e riprendendo le diverse definizioni di ecomuseo nel tempo, comprese le diverse sfumature date dai diversi attori in tutti questi anni. Vengono inoltre affrontati altri aspetti quali la storia degli ecomusei, la normativa italiana che li disciplina, le diverse tipologie di ecomusei e le reti ecomuseali

 Capitolo 2. Ecomusei e Interpretazione del Patrimonio Culturale

Nel secondo capitolo vengono ripresi i principi esperienziali e dell’interpretazione per poi illustrare come possono essere correlati alle attività museali ed ecomuseali. Per ogni principio ho cercato di illustrare gli aspetti applicativi in ambito museale ed ecomuseale.

Capitolo 3. Ecomusei interpretativi e Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP)

Il terzo capitolo illustra la necessità di individuare una nuova definizione di ecomuseo. La mancanza di una definizione univoca e formale, l’utilizzo di altri termini quali “museo locale”, “museo di comunità” o “museo territoriale” e l’accostamento del termine “ecomuseo” ad altri concetti come la “nuova museologia” (che può essere applicata anche ai musei tradizionali) ha comportato quella che De Varine chiama “banalizzazione del termine ecomuseo” [1].  Oggi è molto facile dichiararsi “ecomuseo” e salvo i casi in cui non si chieda il riconoscimento ai sensi di una normativa regionale, non bisogna fornire ulteriori giustificazioni per l’appropriazione di tale titolo.

La necessità di una definizione formale di un istituto che, come dice De Varine, è singolare e allo stesso tempo plurale non è facile, anzi, De Varine la ritiene impossibile[2]. Tuttavia, è necessario uno sforzo che permetta di individuare, nei limiti del possibile, i parametri fondamentali alla base della valutazione, anche qualitativa, degli ecomusei.

Come afferma lo stesso De Varine è possibile spingersi anche oltre i tre famosi “pilastri”: patrimonio, territorio, comunità[3]. Il mio tentativo di andare oltre i “tre pilastri” inizia proponendo la definizione di “ecomuseo interpretativo” anche se nei fatti, scopriremo che tale definizione potrebbe essere adattata a tutti gli ecomusei, eliminando, in futuro, il termine “interpretativo”. Dalla nuova definizione di ecomuseo ho cercato di individuare i fattori e relativi indicatori che permettono di individuare cosa è un ecomuseo.

Sempre nello stesso capitolo, ho cercato di mettere a confronto le istituzioni museali ed ecomuseali alla luce della nuova definizione di museo di ICOM del 2022 per arrivare ad affermare come il confine tra museo ed ecomuseo si fa sempre più sottile fino a quasi, almeno in alcuni contesti, a scomparire. Il terzo capitolo continua con la proposta di creazione dei Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP), inteso come evoluzione dei Centri di Interpretazione del Patrimonio (CIP) per poi finire parlando di strumenti, risorse, attività e degli aspetti organizzativi di una struttura ecomuseale.

Capitolo 4. La professione di ecomuseologo

In Italia è possibile un percorso di legittimazione della professione di Ecomuseologo, se si tiene conto che tale professione, in quanto non regolamentata, è disciplinata dalla Legge 4/2013 e che è stato, di recente, pubblicato un Decreto che per la prima volta fornisce la definizione di “professionista”. Infatti, il DPCM 14/10/2021 (Decreto reclutamento) pubblicato nella G.U. 268 del 10/11/2021 che per la prima volta fornisce la definizione legale di “professionista”, individua i professionisti che possono effettuare domanda per conferimento incarichi professionali nelle pubbliche amministrazioni. Tra questi figurano proprio i professionisti in possesso di una attestazione di Qualità e Qualificazione professionale rilasciata ai sensi della Legge 4/2013.

Sempre nel quarto capitolo, viene illustrato uno schema di riferimento contenente le competenze dell’Ecomuseologo, basato sul Quadro (Framework) di riferimento delle competenze richieste e applicate nel settore Turistico, delle Arti e del Patrimonio Culturale e denominato Tourism, Arts, Heritage Competence Framework (TAH-CF).

Capitolo 5. Alcune Iniziative 

L’ultimo capitolo riguarda alcune iniziative che potrebbero essere prese come riferimento per alcune delle attività propedeutiche alla progettazione di un ecomuseo, come la mappatura del patrimonio culturale attraverso la realizzazione di archivi multimediali di nuova generazione, tra cui l’Atlante del Patrimonio Culturale Immateriale.

Altre iniziative che ho ritenuto utile presentare sono le Banche Dati Esperienziali che comprendono archivi multimediali di sicuro interesse per l’argomento trattato in questo volume: l’Archivio Mondiale degli Ecomusei e l’Archivio dei Centri di Esperienze di Interpretazione del Patrimonio (CEIP).

[1] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 66

[2] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 193

[3] Hugues De Varine: L’ecomuseo singolare e plurale. Edizione italiana – Utopie Concrete 2021 – Pag. 193

 

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