Principi Esperienziali: 1. Multisensorialità
di Ignazio Caloggero
Pagina di Riferimento: Speciale “Turismo e Marketing Esperienziale”
Ricordo i dieci principi di un percorso esperienziale:
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- Multisensorialità: Il percorso esperienziale deve prevedere attività di tipo multisensoriale (coinvolgimento dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e laddove possibile, gusto)
- Approccio Culturale (Identità locali): Il percorso esperienziale deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità locale
- Unicità: il percorso esperienziale deve presentare caratteristiche di unicità
- Approccio relazionale (centralità e unicità delle persone): il percorso esperienziale deve essere basato sulle relazioni umane
- Partecipazione diretta: il percorso esperienziale deve prevedere la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
- Apprendimento esperienziale: il percorso esperienziale deve prevedere una fase di apprendimento attraverso la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
- Approccio tematico: ogni percorso dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore
- Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
- Intrattenimento: il percorso esperienziale dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
- Immersione: Il principio di immersione è in realtà, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di multisensorialità, partecipazione diretta e di approccio estetico. Tecniche immersive possono essere implementate al fine di creare un ambiente scenico che vede i partecipanti immersi in un contesto multisensoriale.
In questo articolo entrerò nei dettagli del primo principio fornendo anche alcuni esempi pratici.
Approccio Multisensoriale
Un percorso esperienziale, di tipo multisensoriale vede il coinvolgimento di più sensi anche senza partecipazione diretta degli ospiti nelle attività che costituiscono l’esperienza. Ad esempio, nella degustazione di prodotti tipici vengono stimolati almeno i seguenti sensi: vista, gusto, olfatto e udito.
Una passeggiata nei campi, a diretto contatto con la natura o nei luoghi di produzione in un ambiente rurale può essere una occasione di una esperienza multisensoriale davvero unica:
- Tatto: percepire gli effetti del vento sulla pelle e toccare con le mani fiori, animali, alberi;
- Udito: il suono degli insetti, degli animali o i rumori della natura;
- Olfatto: l’odore dei fiori, del fieno, dell’uva pestata, del vino, dell’olio spremuto, delle erbe aromatiche;
- Vista: la visione delle bellezze naturali, culturali o degli animali incontrati o dei cibi degustati:
- Tatto: così come toccare con le mani fiori, animali, alberi e tutto ciò che ci capita di incontrare durante il percorso esperienziale.
Il requisito di multisensorialità può essere applicato anche in altri contesti in modo esogeno, semplicemente aggiungendo, laddove si rende necessario, elementi che arricchiscono l’esperienza: luci, odori, suoni, ambienti immersivi ed altri stimoli sensoriali.
Per il settore enogastronomico è utile ricordare la frase di Charles Spence:
“Anche mordere un’albicocca fresca si rivela una esperienza multisensoriale, in quanto il cervello mette assieme il profumo, il sapore, la consistenza, il colore, il suono dei denti che affondano nella polpa succosa, per non parlare della sensazione pelosa della buccia sulla mano e all’interno della bocca”.
(Charles Spence – Gastrofisica: la nuova scienza del mangiare).
Un aiuto alla Multisensorialità e dato quindi dall’utilizzo di tecniche e metodologie tipiche del Marketing Sensoriale. Un breve cenno alle diverse situazioni.
Udito
L’udito, come altri sensi, influenza, ad esempio, un’esperienza enogastronomica. I suoni possono, oltre che incidere in modo positivo o negativo sul nostro stato d’animo, modificare anche il gusto degli alimenti, alterandone addirittura la percezione. Le ricerche dello psicologo esperto di gastrofisica, Charles Spence hanno permesso di scoprire che alcuni suoni possono influenzare le papille gustative delle persone e che la musica può far sembrare il cibo il 10% più dolce o salato.
E’ opportuno tenere presente che durante il pasto, stimoli uditivi esterni intensi e/o prolungati possono diminuire la sensibilità ai sapori. Il Rumore non colpisce solo l’udito ma anche il “gusto.
Anche i suoni intrinseci degli alimenti che avvengono durante la masticazione possono essere uno stimolo positivo, ad esempio il croccante delle patatine. Addirittura, in alcuni, casi come appunto quello delle patatine si creano i sacchetti che li contengono in modo da avere un certo rumore che ricorda il concetto della croccantezza.
La musica e l’intero ambiente spesso incidono sugli stessi comportamenti degli ospiti, in tal caso è utile tenere conto dei seguenti elementi:
- La musica di sottofondo eccessiva può essere un disturbo oltre a non facilitare, a volte, la semplice comunicazione tra i partecipanti;
- La musica ad alto volume e ritmata tende a creare una atmosfera che porta a ridurre i tempi di permanenza in un locale dove si mangia o beve, viene, infatti usata in alcuni locali per far liberare prima i posti;
- La musica classica crea un’atmosfera rilassante, tende a far rimanere di più e far predisporre il cliente a pagare di più il servizio;
- Ovviamente il tipo di musica deve adattarsi anche al contesto, probabilmente non capiterà di frequente sentire la musica classica in un fast food o in una birreria bavarese.
Tatto
La stimolazione tattile nella bocca cattura il sapore, ma l’esperienza gustativa è anche influenzata dall’esperienza tattile che si prova toccando direttamente il cibo con le mani.
Ecco alcuni esempi di ristoranti in cui alcune portate vengono mangiate usando le mani:
- Mugaritz di San Sebastian: La prima parte delle 25 portate del menu si mangia usando direttamente le mani, i commensali ad un certo punto vengono invitati a visitare la cucina per osservare il dietro le quinte e scambiare due parole con lo chef.
- Noma di Copenaghen: Le prime portate sono da mangiare con le mani e la durata del pranzo o della cena è di circa due ore e mezza.
Olfatto
L’olfatto, più degli altri sensi, ha una stretta relazione con il cervello, si è scoperto infatti che i recettori olfattivi non sono altro che una estensione del nostro cervello in quanto sono a contatto diretto con il sistema limbico, la zona del nostro cervello in cui risiedono l’emotività, l’umore e il senso di autocoscienza.
Uno studio condotto da parte della Rockefeller University, ha mostrato che nel breve periodo ricordiamo solo l’1% di ciò che tocchiamo, il 2% di quello che ascoltiamo, il 5% di quello che vediamo, il 15% di quello che gustiamo e fino al 35% di quello che odoriamo, sottolineando l’importanza di tale senso dal punto di vista commerciale.
I profumi, oltre ad aumentare e migliorare il gusto, come è il caso delle offerte enogastronomiche, possono essere anche usati per stimolare ricordi e associazioni mentali positive.
In alcuni casi vengono usati aromi di sottofondo (aromi atmosferici) per creare un’atmosfera o un clima particolare che serve a rafforzare l’esperienza (sia essa legata al servizio enogastronomico, sia essa legato ad altri tipi di servizi, quali il soggiorno in una struttura ricettiva, la permanenza in un centro benessere, o alla permanenza all’interno di un punto vendita).
Charles Spence, nel suo libro “Gastrofisica: la nuova scienza del mangiare”, racconta come il nonno che aveva un negozio di alimentari nel nord dell’Inghilterra, spargeva dei chicchi di caffè di prima qualità per terra, nello spazio dietro il bancone. Quando entrava un cliente, schiacciava i chicchi con il piede, rilasciando nell’aria un aroma che, sperava, li avrebbe spinti a comprare un po’ di caffè.
Ovviamente non bisogna esagerare con i profumi, ad esempio nel caso di una esperienza enogastronomica è sempre opportuno stare attenti affinché il profumo di sottofondo non vada in competizione con gli aromi del cibo stesso (aromi in primo piano).
Esempi di Offerte che presentano (anche) la componente Multisensoriale
Ristorante Ultraviolet, Shangai
Mostre immersive all’Atelier des Lumières di Parigi
Ristorante Sublimotion, Ibiza
Plaza Sensory Pool – Piscina sensoriale – Abano Terme
Per approfondire gli argomenti trattati in questo articolo:
Percorsi Esperienziali e Interpretazione del Patrimonio Culturale Vol. 1: Origini e Principi Teorici (volume scaricabile gratuitamente)
Corso Base SPE100: Introduzione ai Percorsi Esperienziali (25 ore online) (corso fruibile all’interno del progetto “Turismo Esperienziale e Interpretazione del Patrimonio Culturale” )
Formazione in Evidenza
Corsi Base
Corsi tematici sulla Progettazione delle Esperienze
Corsi con Attestazione Professionalizzante ai sensi della Legge 4/2013