Per una definizione autentica di “Esperienza”: oltre le etichette, verso il significato  

di Ignazio Caloggero

L’origine della saggezza è la definizione dei termini
(Socrate)

Premessa 

Alla luce della crescente diffusione, spesso incontrollata e priva di criteri rigorosi, dell’uso del termine “esperienziale”, si assiste oggi a un fenomeno di abuso semantico che, in alcuni casi, ha addirittura portato al rigetto dello stesso termine. Ritengo tuttavia che l’abuso di una parola non giustifichi la sua esclusione; al contrario, la strada più corretta è quella indicata da Socrate, quando affermava che “l’origine della saggezza è la definizione dei termini”.

In un contesto in cui il termine “esperienziale” viene spesso utilizzato in modo generico e improprio per etichettare qualsiasi proposta turistica o culturale, diventa fondamentale saper distinguere tra ciò che costituisce una vera esperienza autentica e ciò che, al contrario, rappresenta solo un’etichetta di comodo, talvolta impiegata per giustificare il prezzo di un’offerta.

Questa distinzione è cruciale non solo per il potenziale fruitore, chiamato a orientarsi in un panorama sempre più ampio e confuso, ma soprattutto per gli operatori del settore che desiderano proporre esperienze dotate di reale valore, qualità e significato.

Ecco quindi, che si rende necessario dare una risposta non ambigua alle seguenti domande:

  1. Che cosa si intende per “Esperienze” ➤ (Definizioni formali del concetto di esperienza)
  2. Quali sono le caratteristiche distintive delle esperienze? ➤ (I 10 Principi Esperienziali)
  3. A quali tipologie di attività si applicano i principi esperienziali? ➤ (Repertorio delle Attività Esperienziali)
  4. Come si valuta la qualità di un’esperienza? ➤ (Linee Guida per la Valutazione della Qualità Esperienziale)

In questo articolo proverò a rispondere alle prime tre domande rimandando alle Linee Guida per l’ultima .

1. Che cosa si intende per “Esperienze”

Negli ultimi anni si è progressivamente affermato quello che viene comunemente definito Turismo Esperienziale, segnando una profonda evoluzione culturale nelle modalità di fruizione turistica. Il modello tradizionale, incentrato su un pacchetto turistico nel quale il turista riveste un ruolo prevalentemente passivo, simile a quello di uno spettatore, sta progressivamente lasciando spazio a nuove forme di offerta, in cui il visitatore assume un ruolo attivo e centrale, diventando protagonista del proprio percorso di scoperta e coinvolgimento.

Nelle sue declinazioni più innovative, il pacchetto turistico non si limita più alla mera somma di servizi (accoglienza, ricettività, ristorazione, intrattenimento, trasporti, ecc.), è in sostanza costituito dalle stesse emozioni vissute dal cliente. L’offerta turistica tende così a trasformarsi in una esperienza di vita, spesso anche educativa, capace di coinvolgere il visitatore sul piano emotivo, intellettuale e fisico. In questa prospettiva, si assiste a uno spostamento significativo nella domanda turistica: dal tradizionale “Cosa mi offri?” al più profondo “Cosa mi fai sentire?”.

Si potrebbe affermare, in linea generale, che ogni offerta turistica o culturale, anche la più convenzionale, è potenzialmente in grado di suscitare emozioni. In base a questo presupposto, si potrebbe essere tentati di classificare tutte queste proposte come esperienziali, in quanto capaci, in misura variabile, di attivare dinamiche emotive, fisiche o cognitive nel fruitore (non necessariamente in termini positive).

Tuttavia, questa estensione indiscriminata del concetto di esperienza rischia di appiattire il significato stesso del termine. Non tutte le offerte che generano una reazione emotiva o sensoriale possono essere considerate vere esperienze in senso strutturato e qualitativo. Etichettare come esperienziale ogni forma di proposta turistica o culturale rappresenta un’operazione semplificativa e riduttiva, che finisce per accomunare attività profondamente diverse tra loro e svuotare di significato il concetto stesso di “esperienza”.

Per questo motivo, è oggi più che mai necessario dotarsi di strumenti concettuali e metodologici capaci di distinguere le esperienze autentiche, strutturate secondo principi ben definiti, da quelle offerte che si limitano a un’etichettatura superficiale.

La bibliografia di settore non fornisce una definizione formale e univoca di turismo esperienziale. In questa sede, intendo proporne una, partendo dalla definizione di esperienze formulata da Pine e Gilmore nel 1999.

Esperienzeeventi memorabili che coinvolgono gli individui sul piano personale [Pine e Gilmore – 1999].

“Quanto più efficacemente un’esperienza coinvolge i sensi, tanto più sarà memorabile” [Pine e Gilmore – 1999].

A partire da questa definizione, tenendo conto delle due dimensioni di coinvolgimento esperienziali indicate da Pine e Gilmore nel 1999,  ho cercato sin dal 2016 di elaborare alcune formulazioni più coerenti con il contesto turistico-culturale. L’ultima versione aggiornata di tali definizioni è la seguente:

Percorso Esperienziale:  Processo articolato, in cui l’obiettivo principale è coinvolgere i visitatori in modo integrato attraverso i sensi e le emozioni, considerate le due dimensioni fondamentali del coinvolgimento esperienziale e poste alla base di un’esperienza efficace e trasformativa.

    • Coinvolgimento Sensoriale: Capacità dell’esperienza di attivare in modo integrato i sensi all’interno di un sistema coerente che comprende anche la dimensione tematica, l’armonia estetica e la partecipazione attiva. L’attivazione sensoriale non agisce isolatamente, ma contribuisce, insieme agli altri principi, a generare un’esperienza immersiva, intensa e memorabile, capace di lasciare un’impronta duratura nella memoria e nella comprensione del partecipante
    • Coinvolgimento Emotivo: Capacità dell’esperienza di suscitare emozioni autentiche, stimolare connessioni affettive, evocare ricordi personali e rafforzare il senso meraviglia nei confronti del vissuto esperienziale

E’ importante sottolineare che queste due dimensioni non operano in modo isolato, ma interagiscono tra loro, generando sinergie che amplificano l’efficacia e l’efficienza trasformativa dell’esperienza.

Esperienza: Evento multisensoriale che attiva i sensi e stimola le emozioni (Ignazio Caloggero 2016 – 2025).

Esperienza Culturale: Evento multisensoriale che attiva i sensi, stimola le emozioni e che permette di approfondire la conoscenza di elementi legati all’identità culturale (Ignazio Caloggero – 2016 – 2025).

Offerta Esperienziale: Situazione in cui l’esperienza rappresenta l’elemento centrale e distintivo dell’offerta proposta, costituendone l’oggetto primario (Ignazio Caloggero – 2016 – 2025).

Turismo Esperienziale: Forma di offerta turistica in cui sono presenti una o più offerte esperienziali (Ignazio Caloggero – 2016 – 2025).

Tuttavia, è in alcuni principi fondamentali, interpretati visti come fattori determinanti della qualità esperienziale, che si individua la vera base terminologica e concettuale su cui si fonda il fenomeno del turismo esperienziale. 

2. Quali sono le caratteristiche distintive delle esperienze (I 10 Principi)

Un percorso esperienziale  dovrebbe rispettare una serie di principi che lo caratterizzano, eccoli:

    • P1: Multisensorialità: Il percorso esperienziale deve prevedere attività di tipo multisensoriale (coinvolgimento dei sensi: vista, udito, tatto, olfatto e laddove possibile, gusto)
    • P2: Approccio Culturale (Identità locali): Il percorso esperienziale deve permettere di approfondire la conoscenza di elementi di identità culturale
    • P3: Unicità: il percorso esperienziale deve presentare caratteristiche di unicità
    • P4: Approccio relazionale (centralità e unicità delle persone): il percorso esperienziale deve essere basato sulle relazioni umane
    • P5: Partecipazione diretta: il percorso esperienziale deve prevedere la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    • P6: Apprendimento esperienziale: il percorso esperienziale deve prevedere una fase di apprendimento attraverso la partecipazione diretta dell’ospite ad alcune attività
    • P7: Approccio tematico: ogni percorso dovrà essere costruito a partire da un tema che lo caratterizza e che ne costituisce il filo conduttore
    • P8: Approccio estetico: l’approccio estetico, è uno degli elementi, assieme a quello della partecipazione diretta, alla base del concetto di “immersione”. Gli eventi che costituiscono “la messa in scena dell’esperienza” devono essere progettati in modo da dare importanza a tutti gli aspetti che possano influire sull’estetica: l’atmosfera, il senso del bello, il luogo scelto per l’esperienza, la trama (sceneggiatura) che deve essere coerente con il tema scelto ed il luogo individuato.
    • P9: Intrattenimento: il percorso esperienziale dovrebbe anche prevedere dei momenti di intrattenimento che arricchiscono e rendono piacevole l’esperienza.
    • P10: Immersione: Il principio di immersione è in realtà, la diretta conseguenza dell’applicazione dei principi di multisensorialità, partecipazione diretta e approccio estetico. Tecniche immersive possono essere implementate al fine di creare un ambiente scenico che vede i partecipanti immersi in un contesto multisensoriale.

Nota: I principi maggiormente coinvolti nella dimensione sensoriale sono: P1, P5, P7, P8 e P10; quelli invece più strettamente legati alla dimensione emotiva sono: P2, P3, P4, P6 e P9. È tuttavia importante ribadire quanto già enunciato in precedenza: le due dimensioni non operano in modo separato, ma si influenzano e interagiscono in modo sinergico, contribuendo entrambe alla qualità complessiva dell’esperienza.

Livelli Esperienziali

I Livelli Esperienziali rappresentano una scala qualitativa crescente basata sul grado di applicazione dei dieci principi esperienziali. Ogni livello riflette l’intensità del coinvolgimento sensoriale ed emotivo, la partecipazione attiva del pubblico e la coerenza complessiva dell’esperienza. La classificazione si distingue tra Esperienze a carattere prevalentemente commerciale ed Esperienze a carattere culturale, senza escludere che alcune esperienze possano collocarsi in modo trasversale tra le due.

Esperienze a Carattere Prevalentemente Commerciale

      • Esperienza Semplice (Primo Livello): Esperienza multisensoriale che presenta elementi di unicità.
        Principi attivati: P1, P3
      • Esperienza Autentica (Secondo Livello): Esperienza multisensoriale e unica, basata sulle relazioni umane, che prevede la partecipazione diretta degli ospiti e si sviluppa attorno a un tema conduttore.
        Principi attivati: P1, P3, P4, P5, P7
      • Esperienza Piena (Terzo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, fortemente relazionale e partecipativa, in cui gli ospiti sono coinvolti attivamente nelle attività che costituiscono l’esperienza. Principi attivati: P1, P3, P4, P5, P7, P8, P9, P10

Esperienze a Carattere Culturale

    • Esperienza Culturale Semplice (Primo Livello): Esperienza multisensoriale che consente di approfondire la conoscenza di elementi legati all’identità culturale. Principi attivati: P1, P2, P3
    • Esperienza Culturale Autentica (Secondo Livello): Esperienza multisensoriale, unica e relazionale, che permette la comprensione di elementi identitari attraverso la partecipazione diretta nelle attività. Principi attivati: P1, P2, P3, P4, P5, P6, P7
    • Esperienza Culturale Piena (Terzo Livello): Esperienza multisensoriale, unica, tematica e immersiva, basata sulle relazioni umane e sulla partecipazione attiva, che favorisce la comprensione profonda dell’identità culturale locale. Principi attivati: P1, P2, P3, P4, P5, P6, P7, P8, P9, P10

3. Quali sono le tipologie di attività esperienziali (Repertorio delle attività esperienziali) 

Partendo dai principi esperienziali che costituiscono il fondamento stesso del concetto di “esperienza”, è utile definire con chiarezza le tipologie di attività a cui tali principi possono essere applicati. Nasce così il Repertorio delle Attività Esperienziali, una classificazione dinamica e flessibile che rappresenta l’ambito di applicazione delle offerte esperienziali.

      • Dinner Experience (DIE): Esperienze enogastronomiche che valorizzano il cibo come veicolo culturale, sensoriale ed emozionale.
      • Guest Experience (GUE): Esperienze legate al settore della ricettività, con focus sull’accoglienza, l’ospitalità e la relazione con l’ospite.
      • Outdoor Exploration Experience (OEE): Esperienze escursionistiche e di esplorazione attiva del territorio.
      • Open Air Experience (OAE): Esperienze svolte all’aperto o a stretto contatto con la natura, escluse quelle classificate come OEE.
      • Event Experience (EVE): Esperienze progettate in occasione di eventi (es. mostre, festival, performance, cerimonie, ecc.).
      • Cultural Heritage Experience (CHE): Esperienze dedicate alla fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale.
      • Wellness Experience (WLE): Esperienze orientate al benessere psicofisico della persona, attraverso attività rigenerative, rilassanti o energizzanti.
      • Experiential Marketing (EMA): Esperienze prevalentemente a carattere commerciale, proposte da negozi, centri commerciali o brand attraverso logiche esperienziali.
      • Travel Experience (TRE): Viaggi organizzati (come crociere, pacchetti all-inclusive, tour integrati) che combinano più tipologie di esperienze (es. DIE, CHE, EVE, ecc.).

La classificazione proposta non va interpretata in senso rigido o esclusivo: una stessa esperienza può rientrare contemporaneamente in più categorie, in base agli approcci adottati e agli elementi predominanti.

Per una descrizione dettagliata delle sottocategorie associate a ciascuna tipologia esperienziale, si rimanda alla versione aggiornata del Repertorio.

4. Come si valuta la Qualità di una Esperienza 

Per questo aspetto sono state elaborate le Linee Guida per la Valutazione della Qualità Esperienziale, le quali offrono uno strumento di autovalutazione strutturato, pensato per supportare i progettisti e i fornitori di esperienze nell’analisi critica e nel miglioramento continuo delle proprie proposte.

Per un approfondimento dettagliato, si rimanda direttamente alla consultazione delle suddette Linee Guida.

Linee Guida per la Valutazione della Qualità Esperienziale

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Ignazio Caloggero – Presidente AIPTOC – Associazione Italiana Professionisti del Turismo e Operatori Culturali. Associazione inserita nell’Elenco delle Associazioni Professionali che rilasciano l’Attestato di qualità e di qualificazione professionale dei Servizi, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) – info@aiptoc.it

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